Dopo la stretta di mano avvenuta ad Hangzhou tra il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il suo pari cinese Xi Jinping, nonché dopo la recente ratifica da parte della Repubblica dell’India, l’Unione Europea ha deciso di accorciare le tempistiche per mettere nero su bianco il patto contro il riscaldamento globale. Attraverso l’accordo sul clima sottoscritto nel dicembre dello scorso anno in occasione della Conferenza di Parigi, a cui aderirono 200 Nazioni, gli Stati firmatari si impegnano a ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera entro il 2050.
Il Consiglio dell’Unione Europea, riunitosi a Bruxelles, ha così dato il via libera alla ratifica degli accordi e lo step successivo ha visto il voto favorevole da parte del Parlamento europeo, un passaggio obbligatorio che si è rivelato poco più di una formalità in vista dell’importante appuntamento di novembre, quando a Marrakech si terrà la prossima conferenza mondiale sul clima. Il meeting in Marocco servirà, in buona sostanza, per discutere l’attuazione degli impegni già presi nella capitale francese.
Rimane in sospeso la questione relativa alle ratifiche a livello nazionale. Allo stato attuale, i Paesi dell’UE che hanno perfezionato le procedure necessarie sono: Germania, Francia, Austria, Ungheria, Portogallo, Repubblica Slovacca e Malta. Per quanto riguarda l’Italia, ci si aspetta che il nostro Parlamento proceda con la ratifica «in un tempo ragionevole», come auspicato da Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente del governo Renzi.
Gabriele Mirabella
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