Coronavirus, dubbi sugli italiani. Il New York Times si chiede: «Riusciranno a seguire le regole?». É quanto si chiede il Nyt, in un articolo che porta come immagine in evidenza una Milano soleggiata colma di gente che non rinuncia allo Spritz domenicale
É ancora lui, il protagonista attuale ed indiscusso delle nostre preoccupazioni, il Coronavirus. “Despite calls from the authorities to stay at home, many people spent the day outside in Milan on Sunday”, questa la frase che il New York Times sceglie per descrivere l’immagine di una Domenica soleggiata in una Milano colma di gente, che non rinuncia al suo “ape”. Le immagini che sono circolate nelle ultime 48 ore hanno destato qualche sospetto nei giornalisti (e non solo), che scrivono per la stampa estera. E così, una domanda è rappresentativa del dubbio: gli italiani sanno rispettare le regole?
«Siamo la nuova Wuhan!» Esclama Elena Lofino, la cui affermazione viene riportata dal Nyt. Ma riusciremo davvero ad essere così rispettosi? La sua è la storia di una commessa che lavora nella blindata regione Lombardia. Lei definisce le misure adottate dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus rigide, ma giuste. Qui il punto, però, non è solo pensare a quanto idonee allo scopo siano le restrizioni adottate. Ma alla nostra capacità di sacrificarci a tal punto per un senso di Stato che dovrebbe appartenerci.
Ad ogni modo, il richiamo alla responsabilità dei cittadini a rispettare le norme sanitarie, come il divieto (e non più monito) delle autorità a non frequentare luoghi affollati, sono state accompagnate dalla “fuga” di migliaia di cittadini dal Nord verso il Sud. E anche queste immagini hanno fatto il giro del mondo, insieme a quella di Milano e del suo Spritz.
«Molti, tra cui Conte – scrivono i giornalisti del quotidiano americano – hanno fatto appello agli italiani affinché respingessero la loro tendenza alla “furbizia”. La parola italiana che descrive il tipo di astuzia o intelligenza tale da aggirare burocrazia e leggi scomode. Furbizia, a dire il vero, è un tratto di carattere generale attribuito agli italiani, spesso da altri italiani. Ma Domenica, sembrava che i viaggiatori si precipitassero sui treni fuori dalla Lombardia, prima che il decreto entrasse in vigore e mentre esperti sanitari e funzionari imploravano il pubblico di rispettare la legge e agire in modo responsabile».
Ma siamo davvero così come ci descrivono, furbi? A tal punto da approfittare delle fughe di notizie (che non sono mancate) e a fare solo il nostro interesse? Ma è la paura, il panico e l’ansia. Tutti stati d’animo profondamente diversi, a farci fare queste “monellerie”.
«Le misure di precauzione funzionano, dovete prenderle anche voi in Italia». Francesco Vitali, l’italiano che sta documentando da Hong Kong la situazione Coronavirus, lancia un appello su Facebook a tutti i connazionali per cercare di contenere il contagio il più possibile.
Dopo essere tornati tra le braccia di mamma e di nonna, perché forzare ulteriormente la mano e continuare a frequentare i locali della movida senza esitazione alcuna? Non era tornare a casa ad assaggiare (o a cucinare) una buona torta di mele quello che si voleva? Evidentemente, no!
Vitali ricorda che è una situazione di emergenza. «Potrà durare qualche settimana o mese, ma in una situazione del genere ci vuole il senso civico che spesso manca. Le scuole sono chiuse: non organizziamo merende con gli amici. Se non vogliamo farlo per noi stessi, facciamolo per chi ci sta intorno, mamme, nonni, figli».
«Qui lo hanno fatto tutti, senza lamentarsi», dice ancora Francesco, che poi sottolinea come tali misure hanno consentito una riduzione del contagio: “Qui ad Hong Kong, dopo più di un mese dallo scoppio del coronavirus ci sono un paio di casi al giorno, su una città di 7,5 milioni persone. Nella vicina Macao è più di un mese che non c’è più un caso, mentre a Taiwan non si è più moltiplicato». Quindi, converrebbe un pò a tutti osservare “senza lamentarci” quanto ci viene imposto, per riprendere a vivere.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità