L’India combatte l’aborto selettivo che uccide migliaia di bambine prima della nascita. Il Primo Ministro indiano Narendra Modi lancia una campagna sui social network, #Selfiewithdaughter, pubblicando foto con le proprie figlie per dimostrare alle famiglie indiane l’importanza di quest’ultime.
Da anni in India gli aborti selettivi uccidono migliaia di bambine prima ancora che vengano al mondo, la cui unica colpa è quella di essere nate “femmine”. Negli ultimi dieci anni più di dieci milioni di bambine sono state uccise prima o dopo la nascita, uno scempio che viene compiuto proprio dai loro stessi genitori. Nonostante nel 1994 il Governo indiano abbia emesso una legge contro l’aborto selettivo che vieta di effettuare esami preliminari per conoscere il sesso del nascituro prematuramente, medici e genitori continuano a raggirarla. Infatti, si è verificato finora un solo arresto del medico Anil Sabhani che ha praticato nel 2006 un aborto selettivo di un feto di sesso femminile per il quale sono state necessarie le testimonianze di tre donne, in collaborazione con la polizia.
Quindi, benché illegale, giornalmente in India migliaia di bambine muoiono ancor prima di emettere il loro primo respiro, ottenendo uno squilibrio tra popolazione femminile e maschile pari a 927 donne ogni mille uomini. Per combattere una discriminazione simile che nel 2015 non si dovrebbe nemmeno immaginare, il ministro per lo Sviluppo delle Donne e dei Bambini, Renuka Chowdhary, ha deciso di “premiare” le famiglie povere che mettono al mondo figlie femmine con una somma di tremila dollari indiani, con il programma denominato “Trasferimento condizionato di contanti per bambine con copertura assicurativa“. L’obiettivo del progetto è quello di salvare almeno 100 mila bambine durante il primo anno di attuazione del progetto, distribuendo la cifra gradualmente durante la crescita: la prima somma dopo la nascita, l’altra dopo il battesimo, l’altra ancora dopo l’iscrizione a scuola e così via.
Per incrementare l’iniziativa il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha lanciato un hashtag virale tra i social #Selfiewithdaughter invitando i suoi connazionali a postare selfie con le proprie figlie per dimostrare a un Paese che considera le donne un peso per la famiglia, l’importanza e la bellezza di crescere la propria bambina e di averla accanto giorno dopo giorno. In realtà l’idea primaria appartiene al sindaco di un villaggio di Haryana che ha indetto un concorso simile tramite WhatsApp, dopo il tag di Modi, però, la campagna contro l’aborto selettivo ha contagiato anche vip e persone comuni da tutto il mondo.
Nonostante le critiche degli attivisti politici opposti che hanno accusato Modi di avere “un’ossessionato da selfie” le bellissime e toccanti foto di padri e figlie che condividono frammenti di vita spopolano il web con l’intento di cambiare una mentalità così radicata, quanto ingiusta. Un appello a tutti i genitori indiani, dunque, che combattano per garantire un futuro alle proprie bambine così come fanno con i propri bambini, come dice lo slogan stesso della campagna: «Beti Bachao, Beti Padhao!», Salva tua figlia, istruisci tua figlia!
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.