Quel che succede in Qatar 2022 rimane nel Paese arabo.
Potremmo così intitolare, parafrasando un famoso film con Brad Pitt protagonista, l’ennesimo fatto di cronaca che coinvolge la ventiduesima edizione Coppa del Mondo.
Questa volta, però, niente critiche o polemiche contro il Paese qatariota. Neanche contro la Fifa. Il protagonista dell’accaduto è niente di meno che Samuel Eto’o.
Sì, proprio lui. L’ex giocatore (tra le varie) di Barcellona ed Inter che, da circa un anno, è presidente della federazione calcistica del Camerun.
Uno degli eroi del “triplete” neroazzurro del 2010, al termine dell’ottavo di finale tra Brasile e Corea del Sud, ha perso la testa fuori dal “974 Stadium” di Doha aggredendo (verbalmente e fisicamente) un passante.
L’ex attaccante camerunense, ambasciatore Fifa del Mondiale, una volta abbandonato lo stadio stava concedendo selfie ed autografi ai passanti che lo riconoscevano.
Tuttavia, ad un tratto, si avvicina uno youtuber algerino con tanto di telecamera che inizia a fargli qualche domanda. Eto’o, dopo avergli detto qualcosa, sembra quasi evitarlo e si allontana. Poi, però, ci ripensa e perde totalmente il controllo. Insegue l’uomo che stava filmando il tutto e gli scaraventa un calcio dritto in faccia.
Il tutto, davanti gli occhi scioccati dei presenti e di alcuni uomini che cercavano di fermare l’avanzata dell’implacabile (anche fuori dal campo) Samuel Eto’o.
Quali siano le motivazioni che abbiano portato, il 41enne camerunense, a tanta ira e follia non ci è dato saperlo. Resta, il racconto e il video (di cui sotto) di una scena brutta. Incomprensibile. E che disdice con l’immagine dell’ex calciatore.
[VIDEO] Samuel Eto’o golpea peligrosamente a una persona al final del partido entre Brasil y Corea https://t.co/smWcShJBYE pic.twitter.com/aXacvIHIdM
— La Opinión (@LaOpinionLA) December 6, 2022
Fonte foto: flickr.com
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali) ma, fin da piccolo, è appassionato di sport e giornalismo. Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando ancora bambino si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi“.
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