Lo scorso 23 febbraio le città di Pisa e Firenze sono state il teatro di manifestazioni e violenti scontri da parte della polizia. La vicenda ha destabilizzato l’intera popolazione, catturando l’attenzione su un caso che è subito divenuto di interesse nazionale. Molti sono stati gli interventi e i commenti riguardo alla manifestazione, dalle stesse vittime adolescenti, ai politici dei vari schieramenti. Lo stesso Presidente della Repubblica ha ritenuto necessario parlare dell’accaduto dopo averne compreso la gravità.
Venerdì 23 febbraio si è tenuta a Pisa una manifestazione Pro-Palestina organizzata e composta da studenti, alcuni dei quali sono rimasti gravemente feriti dalle operazioni della polizia. Gli studenti avevano organizzato un corteo per il cessate il fuoco in Palestina, un appello di pace che si è trasformato in uno scontro di piazza contro qualche centinaia di adolescenti e giovani.
La manifestazione doveva svolgersi in modo pacifico da Piazza Dante fino a Piazza dei Cavalieri, ma proprio nell’ultimo tratto del percorso, il corteo è stato interrotto con la forza da due cariche della polizia. Proprio davanti al liceo artistico Russoli di Pisa, il gruppo di giovani manifestanti è stato caricato una prima volta in modo lieve e successivamente in modo più persistente e pesante, con l’uso di manganelli contro gli studenti. Si registrano 18 feriti, di cui 10 minorenni e 13 di questi ricoverati presso l’ospedale di Cisanello.
Oltre ai video che hanno subito fatto il giro del web, drammatici sono i racconti dei ragazzi e degli insegnati che erano presenti alla manifestazione. Una ragazza ha raccontato: “Eravamo pacifici, avevamo le mani alzate. Hanno urlato ‘caricate’, c’è chi è stato colpito alle spalle, hanno aperto la testa a una 16enne e non hanno neppure fatto passare l’ambulanza per soccorrerla”. Racconto da brividi per chi ha vissuto sulla propria pelle quegli attimi di violenza. La preside del liceo artistico Russoli ha espresso la sua vicinanza ai ragazzi con queste parole: “una cosa emotivamente devastante”.
La questura di Pisa tiene a far sapere che la manifestazione degli studenti non era stata autorizzata, ma in qualità di corteo pacifico, i commenti riguardo all’accaduto sono stati per la maggior parte di vicinanza alla comunità studentesca.
Nella medesima giornata si è tenuta a Firenze una manifestazione Pro-Palestina che, fa sapere la Questura, era stata invece autorizzata. Il corteo doveva muoversi da Piazza Santissima Annunziata fino a Piazza Ognissanti. La situazione è degenerata quando un gruppo di studenti, appartenenti al Cobas, si è spinto fino al consolato statunitense. Una studentessa ha riportato un resoconto dell’intervento delle forze dell’ordine: “La polizia ha cominciato a spintonarci. Poi sono partite le manganellate. Nelle prime file le abbiamo prese tutti”. Una giovane finita la pronto soccorso Santa Maria Nuova in seguito allo scontro ha affermato: “la manifestazione era pacifica, io ero andata in prima fila da pochi secondi per fare un video col cellulare, poi non ricordo bene cosa sia successo, il dolore è stato troppo forte”.
Appare chiaro come in entrambe le occasioni, la polizia ha agito per cercare di porre fine ai cortei, nonostante le intenzioni pacifiche dichiarate degli studenti che hanno partecipato. Sarà stato un modo per mettere a tacere una voce di dissenso? Sicuramente le manganellate sugli studenti hanno colpito l’opinione pubblica, a tal punto da organizzare proteste di solidarietà sul resto del territorio nazionale.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, data la gravità di quanto accaduto, ha ritenuto doveroso esprimere la propria solidarietà agli studenti. Le sue parole risuonano come un monito: “Quei manganelli contro i ragazzi esprimono un fallimento”. Netta è dunque la presa di posizione della più alta carica dello stato, che ha ritenuto necessario interpellare il ministero degli interni Matteo Piantedosi, al quale ha detto: “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza”. Tali parole riguardano una telefonata tra il Colle e il Viminale.
Anche il vicepremier Matteo Salvini ha detto la sua su quanto accaduto. La manganellate agli studenti durante la manifestazione per Gaza hanno portato Salvini ad affermare “chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente”. Continua dicendo “essere in polizia, nei carabinieri o nei vigili del fuoco significa fare un mestiere delicato, in cui tutti possono sbagliare. Quello che non accettavo da ministro dell’interno non lo accetto da vicepremier, ossia che la polizia italiana sia fatta passare per corpo di torturatori”. Riguardo a quanto detto dal presidente Mattarella ha affermato “le parole di Mattarella si leggono, ma non si commentano”. Punti di vista completamente divergenti che si scontrano innegabilmente sul piano politico.
L’accaduto ha ovviamente chiamato in causa i vari partiti e figure politiche che hanno espresso la loro opinione su un fatto che è divenuto necessariamente anche di natura politica. Il leader dei pentastellati Giuseppe Conte scrive su Facebook: “Abbiamo chiesto al ministro dell’interno Piantedosi di riferire urgentemente in Parlamento, sulla preannunciata riflessione e verifica sugli aspetti organizzativi e operativi”. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein si accoda alla richiesta di chiarimento del collega Conte e rivolge un appello a “prendersi le responsabilità” di quanto accaduto.
Nella mattinata di lunedì 26 febbraio, il ministro Piantedosi ha risposto agli innumerevoli appelli che gli sono stati rivolti nei giorni precedenti. Ha affermato di voler fare chiarezza su quanto è accaduto. Piantedosi ha dichiarato dal Viminale che non ci sarà “nessuna sottovalutazione, ma un atteggiamento responsabile e disponibile anche all’analisi autocritica“. Ribadisce in maniera chiara che quanto detto in merito agli eventi dei giorni precedenti è mera strumentalizzazione politica. “E’ ancora più inaccettabile che per queste finalità di natura politico- elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze della polizia” ha affermato il ministro.
La procura di Pisa ha aperto un’inchiesta per far luce sulle dinamiche reali dell’accaduto. Il procuratore Giovanni Porpora ha avviato un procedimento contro ignoti. L’indagine è stata affidata ai carabinieri che hanno subito messo le mani sulla moltitudine di video che circolano sul web dal giorno dei fatti. Al momento gli inquirenti hanno individuato diciannove poliziotti, tra questi anche il capo della squadra mobile e il responsabile di sorveglianza dell’ordine della piazza. I carabinieri incaricati delle indagini hanno preso visione delle condizioni e delle testimonianze di tredici ragazzi rimasti feriti. Date le circostanze, molti genitori stanno anche considerando la possibilità di sporgere un’unica denuncia.
Dagli ultimissimi aggiornamenti 14 ragazzi presenti alla manifestazione potrebbero essere denunciati per aver cercato di forzare gli il blocco delle forze dell’ordine.
Fonte foto in evidenza: Point
Alessia La Porta
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Nata a Taormina nel 2001 sotto il segno del toro che gli ha conferito tanta pigrizia, ma anche caparbietà. Amante di tutto ciò che c’è di bello al mondo e delle belle lettere, dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di lettere a Catania. Ha sin da piccola amato leggere e scrivere, passioni di cui non può fare a meno tanto da sperare un giorno di farne un lavoro. Sogna spesso troppo in grande, ma d’altronde, audantes fortuna iuvat, o no?