Irama significa “ritmo” in malese, e non ci potrebbe essere un nome più azzeccato. Infatti, anche se sono passati vari giorni, ancora si sente parlare del forte impatto che il cantautore ha avuto nelle sue ultime due tappe in Sicilia, travolgendo grandi e piccoli con la sua grande varietà di genere musicale.
Crediti: Roberto Viglianisi
Il 2 e 3 settembre, Irama ha concluso il suo tour che comprendeva ben 27 date. Gli ultimi due concerti, svoltesi a Catania ed Agrigento, sono stati un grande successo, tanto da garantire il sold out.
Il 2 settembre, già dalle prime luci del mattino, in Via Etnea di Catania vi erano moltissimi ragazzi in fila, in modo da potersi garantire la “presa della transenna” e avere il più vicino possibile il proprio beniamino. I cancelli aprono intorno alle 18, da lì in poi inizia una vera e propria corsa alla conquista del posto. Il concerto si apre alle ore 21, con un introduzione svolta dall’amico del cantante, Frè Monti, il quale apre il concerto con alcune sue canzoni e ringrazia l’amico della possibilità. Irama arriva dietro il palco con un furgoncino dai vetri oscurati, e inizia con il singolo Sogno Fragile, primo brano del suo recente album.
Sale sul palco con la hit Mediterranea, una delle canzoni più ascoltate dell’estate 2020, scatenando sin da subito il pubblico. Un susseguirsi di emozioni e generi si mescolano tra loro. Il cantante passa abilmente da canzoni come Nera, brano che lo ha portato alla celebrità fino alla ballad Ovunque Sarai. Durante quest’ultima, il cantante chiede al pubblico di far accendere le torce dei telefonini, per “rendere il posto magico“. E forse ci è riuscito, trasformando la canzone in una vera e propria preghiera cantata da tantissime lucciole, insieme al cantante visibilmente emozionato, come se fosse la prima volta.
Il concerto si conclude con un piccolo scherzetto fatto dal cantante e la sua band, che abbandona il palco dopo essersi esibito con Baby, una ballad struggente dallo stile rock. Ma« non poteva di certo andarsene cosi», come afferma il cantante. Ed ecco che torna sul palco per salutare il pubblico con La Genesi del tuo colore, brano presentato in “dad” a Sanremo 2021.
Il pubblico è veramente variegato. Moltissimi i bambini e i ragazzi presenti, ma notevole la presenza di genitori ma anche di persone più anziane, rapiti dall’uragano Irama. Il pubblico si dimostra notevolmente coinvolto, forse leggermente deluso dalla poca durata del concerto (circa un’ora e 15) e ci si aspettava qualche parola in più da parte dell’artista. Tuttavia, lo spettacolo è stato veramente un successo, che riesce a dimostrare ancora una volta le capacità poliedriche del cantautore.
Le parole però, sono tornate nella Valle dei Templi ad Agrigento, ultima tappa del tour. I posti a sedere non sono stati sufficienti per tenere “fermo” il pubblico. Infatti, lo stesso Irama ha invitato il pubblico ad avvicinarsi e ballare con lui. La scaletta (segue dopo) è sempre la stessa, ma con una sorpresa. Il cantante fa un lungo discorso per introdurre Cosa resterà, canzone presentata a Sanremo 2016 e che ha permesso di iniziare la sua carriera.
Crediti: Sandro Catanese
Di seguito, un estratto del suo discorso:« ho preso tante di quelle porte in faccia, ho preso tanti di quei no, che avrei dovuto smettere di fare musica no? I giornali hanno scritto tante di quelle cazzate ma anche delle cose belle...», e ancora« con questo non voglio sputare odio, perché torna solo indietro (…), spesso nella vita ci troviamo davanti delle montagne che sembrano impossibili da scalare, spesso tutto ti dice di non fare qualcosa, perché le persone attorno non credono in te. (…) Ogni sera mi rimboccavo le maniche, e non avevo voi davanti, non avevo qualcuno che mi supportava, ma mi ripetevo che ce la dovevo fare. Per me essere qua, avere voi, il vostro amore e supporto, significa avercela fatta».
Ed infine, un augurio ai fan «spero che ognuno di voi possa realizzare i propri sogni, perché è questa la cosa più importante per dare senso all’esistenza». E segue ancora una piccola introduzione, con l’audio di un intervista, la sua prima a Sanremo , prima di cantare finalmente Cosa resterà.
Irama è lo pseudonimo di Filippo Maria Fanti , nato a Carrara il 20 dicembre 1995. Ha iniziato a scrivere la sua prima canzone a 7 anni e cresciuto tra le canzoni di De Andrè e Guccini. Esordisce nelle scene musicali grazie a Sanremo Giovani 2016, ma la vera occasione arriva bene 2 anni dopo con il talent televisivo Amici di Maria de Filippi. Dopo la sua vittoria nel programma, ha creato una carriera da record. Nonostante la sua giovane età può vantare una grandissima “collezione” di certificazione di platini( più di 30) ed è uno degli artisti più streammati del momento. Il suo genere musicale è molto variegato, si sposta dal rap, al pop fino alle ballad, come la fortunata Ovunque Sarai dell’ultimo festival di Sanremo.
Crediti: Sara Sapuppo
La grandissima varietà è fortemente voluta dal cantante, tanto che per lui è davvero importante non essere identificato in un solo genere. In moltissime interviste ha affermato che questa sua voglia di spaziare derivi dal fatto che «C’è un dualismo in noi, non siamo sempre felici o sempre tristi, positivi o negativi», proprio ad indicare il fatto che ogni sua canzone rispecchia il mood del cantante.
Irama, nel suo ultimo album Il giorno in cui ho smesso di pensare, ha deciso di introdurre moltissimi feat con artisti anche dal calibro internazionale come Willy William, forse come segnale di allarme per la sua voglia di rivolgersi anche all’estero. Negli ultimi anni non ha mai nascosto la sua voglia di uscire fuori dall’Italia, ma anche da suoi standard. Soprattutto nell’estate 2022 ha effettuato moltissimi viaggi a Miami. Forse per il cantante è giunta l’ora di rivolgersi ad un pubblico più grande, magari attraverso altre lingue, come aveva già tentato nell’album Crepe, con “Mediterranea” versione spagnola.
La sua intenzione però, non è quella di abbandonare il suo paese, la “sua casa”, come definisce lo stesso Irama in un post su Instagram, ma il cantautore non vuole fermarsi. Per Irama è arrivato il momento di allargare il proprio orizzonte.
Sara Sapuppo
Foto: Assessorato della Cultura, Comune di Catania. Fotografo Roberto Viglianisi.
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.