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“Stanca di essere una Santa”: Sant’Agata come non l’avete mai vista
10 Dicembre 2023
Settima arte

“Stanca di essere una Santa”: Sant’Agata come non l’avete mai vista

Home » Entertainment » Settima arte » “Stanca di essere una Santa”: Sant’Agata come non l’avete mai vista

“Non voglio più essere una Santa”. Con questa frase si conclude il docu-film “Devoti tutti“, incentrato sulla storia di Sant’Agata: la patrona della città di Catania. La pellicola di Bernadette Wegenstein risulta essere uno sguardo innovativo e femminista verso una delle Sante più famose al mondo, offrendo al pubblico un grande spunto di riflessioni su temi caldamente attuali.

Una nuova Agata

Una cosa è certa: al mondo ci sono pochissimi Santi che vengono seguiti ed onorati come la “Santuzza” di Catania. Sin dal febbraio 1481 Catania si accende per giorni, accogliendo cosi le reliquie della sua protettrice per le vie della città.

sant'agata

Foto di Repertorio

Sant’Agata, donna-bambina di soli 14 anni, a causa del violento martirio subìto, è emblema della violenza sulle donne. Una donna che si oppone al volere possessivo di un uomo fino all’essere martoriata. Sembra una di quelle tragiche storie che ascoltiamo ogni giorno. Quelle storie che passano davanti a noi quasi in modo “normale” ma che logorano dentro.

Tra le mutilazioni più importanti subite da Agata, vi sono le sue “minnuzze” (il seno). Emblema, forse, per eccellenza del sesso femminile. Con il passare del tempo, Agata diviene anche simbolo di tutte quelle donne che ogni giorno lottano contro il carcinoma al seno. Proprio per questo motivo, dunque, il suo seno diventa protagonista di questa “nuova” Agata raffigurata nel docu-film. Le mammelle vengono rappresentate in modo animato – cosi come la stessa figura di Agata – con delle ali in segno della sua voglia di libertà.

Proprio la libertà diventa il tema focus del racconto: da una parte, il buio della cameretta dove riposano le reliquie della piccola Agata, forse ormai troppo stretta per lei; dall’altra, l’amore del popolo che sembra nel documentario apparire quasi soffocante.

Il film mostra vari momenti della festa della patrona, ma non solo: si insidia nelle vie della città; parla con i catanesi; parla con le donne che hanno vissuta sulla propria pelle la violenza; mostra le contraddizioni ma anche le bellezze della martoriata Catania.

Come dice la regista, il suo obiettivo era raccontare un mito cercando di non deturparlo, offrendo un punto di vista differente e moderno della storia che tutti i catanesi conoscono.

E se Sant’Agata non volesse essere più una Santa?

E se Agata non volesse essere più una Santa? Se volesse essere libera? Quella sagoma animata che rappresenta Agata incarna un figura combattuta internamente. Agata sa che il popolo di Catania ha bisogno di lei. Da secoli è punto di riferimento per i catanesi e non solo. Una guida, una sorella, una mamma a cui rivolgersi per avere conforto, una protettrice della “sua” città dalle catastrofi (secondo la credenza popolare dalle eruzioni e terremoti dell’Etna). “Devoti tutti“, il docu-film su Sant’Agata, indaga sul fatto se la stessa donna avrebbe voluto davvero cosi tanto affetto.

La processione durante la Festa di Sant’Agata

E se Agata avrebbe solo voluto essere una donna libera? E se Agata, forse, non avrebbe desiderato di essere una guida per dei fedeli? Agata soffre, forse, non perdona il suo carnefice. Agata vuole essere solo Agata. Questo, è un nuovo punto di vista che potrebbe spiazzare i suoi fedeli. Il documentario non ha come obiettivo di surclassare o ridicolizzare il culto di Agata, anzi, documenta la devozione di quella scia bianca di persone con il “sacco” e come la Santa diventi parte della vita delle persone, ma con occhio differente verso la stessa figura femminile, forse non a pieno considerata dal punto di vista di voglia di libertà.

La regista, che vari anni fa è venuta a visitare la città, si chiese come Sant’Agata avesse potuto a rinunciare al seno e, come questa cosa, l’abbia trasformata in punto di forza e persecuzione ancora più forte della sua fede. Le risposte che cercava erano davanti ai suoi occhi, in quella città che Agata tanto amava, tantoché Bernadette e la sua troupe ne restarono affascinati.

“Semu tutti Devoti tutti“, urlano ad alta voce alla “Santuzza”. Nel documentario questo coro di voci si sente fievolmente solo qualche volta, secondo una scelta precisa di Bernadette. Quell’urlo, per quanto affettuoso sia il suo intento, sfocia quasi in grido che dona inquietudine.

Infine, è proprio con le “minnuzze” volanti di Sant’Agata che si conclude la pellicola. Quel seno che riconduce Agata fuori dalle mura della sua cameretta fino a volare in cielo. Libera, sopra le mura della sua amata città.

“Devoti tutti”: le tecniche innovative utilizzate

Nel film prodotto tra Stati Uniti ed Austria (terra madre delle regista), Sant’Agata e il suo seno vengono rappresentati attraverso l’animazione: la figlia della regista è la figura rappresentata. Quella che fa i movimenti reali della piccola Agata. Inoltre, il suo vestiario è molto moderno, catapultato negli anni 2000. La tecnica utilizzata è il rotoscopio. Difatti, le scene vengono ricalcate e poi ridisegnata a partire da scene registrate precedentemente da persone in carne ossa.

Il docu-film su Sant’Agata: la voce della Finocchiaro e i premi

Donatella Finocchiaro al Catania film fest. Foto della pagina Facebook del Festival.

Il docu-film, “Devoti tutti”, ha già riscosso un notevole successo. A partire dagli Stati Uniti, dove insegna la regista. Ma anche all’Ortigia film festival riuscendo a vincere il premio come migliore documentario. Recentemente, all’attrice siciliana Donatella Finocchiaro, scelta per essere la voce di Agata, le è stato attribuito un premio speciale nel corso della recente edizione del Catania Film Festival.

Inoltre, alla fine dello scorso novembre, la regista ha portato la presentazione del suo film all’interno dell’Università di Scienze Umanistiche al Monastero dei Benedettini e ai suoi studenti attraverso un incontro presieduto dalle Professoresse Rimini e Scattina e la dottoressa Santaera.

Ma non finisce qui. Agata e il suo film saranno presentati in un festival internazionale che si svolgerà a Milano, dedicato alle registe donne, denominato “Sguardi Altrove”.

 

Fonte Foto: “Devoti Tutti” Instagram

Sara Sapuppo

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Sara Sapuppo

About Sara Sapuppo

Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.

Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei  quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.

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