La lotta allo spreco alimentare torna a essere al centro del dibattito della politica italiana. Arriva la “Doggy Bag“, il sacchetto anti-spreco che presto potrebbe diventare legge in Italia. Di seguito, tutte le curiosità e i dettagli.
Si chiama “Doggy Bag“, ma con i nostri amici a quattro zampe non ha molto a che fare. Con tale termine si fa riferimento a un sacchetto in carta, il quale viene riempito dai clienti con gli avanzi che provengono dai pranzi o dalle cene consumati all’interno dei ristoranti.
La nascita di questa particolare abitudine contro lo spreco alimentare è dibattuta. La provenienza più accreditata è quella della New Work nel secondo dopo Guerra. Sono la fine gli anni ’40, periodo appena post-bellico caratterizzato da devastazione e povertà. Pare che, proprio in quegli anni, nacque l’idea del ristorante Dan Sampler’s Joint di predisporre un sacchetto di carta per gli avanzi di cibo con sopra disegnata l’immagine di un cagnolino.
L’obiettivo era quello di non mettere in imbarazzo, soprattutto i più timidi, in modo tale da portare a casa i resti di cibo non consumato e, cosi, far sembrare che fosse destinato al proprio animale domestico. Con il passare del tempo, questa pratica è diventata una consuetudine e socialmente accettata anche da tutta l’Europa, anche se in Italia fino ad oggi non se ne era sentito molto parlare.
Come detto precedentemente, la pratica della Doggy Bag non è mai stata molto diffusa in Italia. Il suo nome è iniziato a circolare qualche giorno fa grazie alla proposta di un deputato. Infatti, tale Giandiego Gatta, deputato responsabile nazionale del dipartimento “Pesca e Acquacultura” di Forza Italia, è stato colui a proporre questa pratica già molto presente negli Stati Uniti.
Essa è stata effettuata lo scorso mercoledì 10 gennaio alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, insieme al presidente dei Deputati di Forza Italia e ai Circoli per l’ambiente e della cultura rurale che vedono a capo Andrea Fimiani.
L’obiettivo della sua proposta di legge è quello di combattere lo spreco alimentare e creare anche una “finalità sociale e solidale”. Inoltre, l’abbattimento e la lotta allo spreco alimentare è uno dei principali obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, programma mirato allo sviluppo sostenibile del pianeta Terra. Di fatti, secondo vari sondaggi, in Italia ogni cittadino spreca circa 65 kg di cibo pro-capite in un solo anno a causa di comportamenti inadatti. Inoltre, sottolinea come in altre città europee, tra cui Gran Bretagna e Francia, il sacchetto degli avanzi è legge già dagli anni 70.
La legge, dal nome “Obbligatorietà della Doggy Bag“, prevede all’interno dei suoi 5 articoli l’obbligo di dotarsi di contenitori e sacchetti di carta per tutti i ristoranti e punti vendita che prevedono la somministrazione di cibo. Se non presente, sarà attuata una sanzione di importo massimo di 125 euro. Ma il deputato rassicura, il contenitore deve essere espressamente chiesto dal consumatore e non c’è nessuna obbligatorietà di portare a casa il cibo avanzato.
Il prezzo diventerebbe maggiorato di solo 6 centesimi in più. Inoltre, c’è anche la possibilità che il cliente utilizzi un proprio contenitore a patto che sia a norma di legge igienico-sanitarie.
Dunque, Gatta vuole proporre un’iniziativa che sia facilmente condivisibile sia da ristoratori che dai consumatori, in modo immediato e soprattutto non ghettizzante, per superare l’idea che conservare il cibo sia roba “da poveri”.
La proposta però, è accolta con pareri discordanti dagli esercenti. C’è chi afferma che la pratica non sarebbe un buon modo per fare la lotta allo spreco alimentare. Anzi, comporterebbe anche degli aumenti di costi e lentezza dei servizi al cliente. Altri, hanno accolto con l’entusiasmo l’idea, come Franco Pepe, Ada Stefani ed Enrico Buonocoresi.
Fonte immagine in evidenza: italiafruit.net.
Fonte informazioni: Skytg24, Money.it.
Sara Sapuppo
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.