In Italia è crisi di nuovi nati. Il Paese invecchia in 50 anni: per l’Istat in futuro avremo meno coppie con figli e più coppie senza. entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà.
Le previsioni sul futuro demografico in Italia dell’Istat non sono certo rosee, ma non per questo meno allarmanti. Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale.
Tutto questo avrà conseguenze concrete: entro 10 anni l’81% dei Comuni avrà subito un calo di popolazione, l’87% nel caso di zone rurali. Ma l’effetto peggiore sarà sulle famiglie: meno coppie con figli, quindi, e più coppie senza.
Dalle previsioni della popolazione residente (base 2020) dell’Istat emergono numero-chiave emblematici: 50,7 anni l’età media della popolazione nel 2050 (45,7 nel 2020), nel 2048 potrebbe essere l’anno in cui i decessi potrebbero doppiare i nuovi nati (784mila contro 391mila), e 10,3 milioni di persone destinate a vivere da sole nel 2040 (8,6 nel 2020).
L’allarme era già stato lanciato in ottobre sul Sole 24 Ore dal presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, che era stato chiaro: «Con il passare del tempo la popolazione perde la sua fisionomia iniziale: stante l’aspettativa di vita alla nascita di circa 80 anni, 400mila nascite all’anno (quest’anno scenderemo sotto questa soglia, ndr) sono compatibili con una popolazione che nel lungo periodo si ferma a poco più di 30 milioni, non di 59 come è adesso».
La questione investe tutto il territorio, pur con differenze tra Centro-nord e Mezzogiorno. Nel breve termine si prospetta nel Nord e nel Centro una riduzione della popolazione meno importante rispetto al Mezzogiorno. Nel periodo intermedio (2030-2050), e ancor più nel lungo termine (2050-2070), tale tendenza si rafforza, con un calo di popolazione in tutte le ripartizioni geografiche ma con più forza in quella meridionale.
Sul fronte delle nascite già da diversi anni l’Italia sta affrontando la realtà di un ricambio naturale negativo, fattore alla base del processo di riduzione della popolazione, nonostante la parziale contropartita di dinamiche migratorie con l’estero di segno positivo. Superato lo shock di breve termine imposto dalla pandemia, le nascite dovrebbero intraprendere un trend di lieve recupero nei prossimi anni.
Un periodo, questo, nel quale la fecondità viene prevista in rialzo. Tuttavia, questo trend non è destinata a durare oltre il 2038. Perché? Le donne in età fertile via via diminuiranno e invecchieranno, riducendo il potenziale riproduttivo del Paese.
A causa di una popolazione sempre più anziana, anche i decessi a loro volta dovrebbero continuare ad aumentare, in linea con il livello di invecchiamento della popolazione, pur in un contesto di buone aspettative sull’evoluzione della speranza di vita (86,5 e 89,5 anni quella prevista alla nascita nel 2070, rispettivamente per uomini e donne).
Alla luce di questi pronostici, dunque, non resta che soffermarsi sulla estrema necessità di investire sui giovani e sugli strumenti adatti per incentivare la formazione di famiglie da questi formate. Draghi inventerà un vaccino anche contro l’invecchiamento soprattutto delle donne allungandone il periodo di fecondità?
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità