Il Coronavirus è simbolo di morte e non solo per gli umani, ciò che serve a noi a difenderci può diventare mortale per un altro essere vivente. La prova è un piccolo uccellino morto impiccato da una mascherina. Il volatile si è, probabilmente, impigliato in una mascherina buttata nel punto sbagliato e per lui non c’è stato più nulla da fare dopo il ritrovamento.
Le foto dell’uccellino ritrovato sono state pubblicate da Sandra Denisuk sul suo account Facebook con richiesta di condivisione: «NON buttare via le tue maschere o i guanti sulla terra. Questo uccellino è una vittima innocente dell’indifferenza degli uomini. Gli animali non possono fare a meno di se stessi o l’un l’altro, guardate cosa gli stiamo facendo. Questo uccellino è rimasto intrappolato in un albero per due giorni. In più aveva il materiale elastico per l’orecchio avvolto intorno al collo, condividete per favore. Purtroppo l’uccellino non ce l’ha fatta; anche i guanti sono pericolosi per gli animali» scrive queste parole nel post.
Dopo neanche un mese l’uccellino morto nell’abbraccio della mascherina ha fatto il giro del mondo, diventando simbolo dell’impatto che il Coronavirus può avere sull’ambiente. «Questo post è arrivato in Italia, a New York e in Inghilterra. Questo uccellino è morto, ma speriamo che la sua storia condivisa in tutto il mondo impedisca a qualcun altro di buttare via guanti e maschere» ha pubblicato pochi giorni fa la Denisuk soddisfatta.
Durante le prime settimane di quarantena, quando il mondo si è fermato, si è parlato moltissimo di come la natura si stesse riprendendo il mondo: lepri nei giardini di Milano, delfini nel porto di Cagliari, i canali di Venezia popolati dai pesci… Ma adesso che si sta ricominciando piano piano a vivere, l’inquinamento da mascherine e guanti preoccupa particolarmente gli ambientalisti. L’utilizzo di questi dispositivi di protezione è attualmente così alto, che se una minuscola parte viene smaltita nell’ambiente il danno causato sarebbe enorme.
Infatti, come riporta La Stampa , anche solo l’1% corrisponderebbe in 10 milioni di mascherine al mese per le strade, i boschi, i mari. Lo scenario terrificante sarebbe di ben 40mila chilogrammi di plastica non smaltiti correttamente.
Un semplice gesto di ciascuno potrebbe salvare la vita di molti altri uccellini: trovare un cestino della spazzatura e utilizzarlo.
Chiara Forcisi
(fonte foto: Sandra Denisuk)
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.