Nel primo incontro del Mondiale FIBA 2023, l’Italia debutta con una vittoria per 81-67 ai danni dell’Angola in quel di Manila, nelle Filippine. Nonostante una pessima mira da dietro l’arco (16.7% da tre, con appena 5 triple a bersaglio su 30 tentativi) e alcuni errori che hanno permesso all’Angola di restare in partita fino alla fine, per l’Italbasket si tratta di un successo fondamentale per iniziare nel migliore dei modi la rassegna iridata tra Filippine, Giappone e Indonesia. Sugli scudi Simone Fontecchio, autore di 19 punti, 5 rimbalzi, 2 assist, un recupero e una stoppata col 57% al tiro (8/14) dopo un inizio in affanno, e Stefano Tonut, che mette a referto 18 punti, un rimbalzo e 2 assist col 62.5% dal campo (5/8).
La Philippine Arena, il più grande stadio di basket al mondo, sede dell’incontro inaugurale dei Mondiali tra Italia e Angola. (Fonte: Italbasket).
Doppia cifra anche per Pippo Ricci, che chiude con 12 punti, 3 rimbalzi, un assist, una palla recuperata e 2 stoppate, mentre Achille Polonara e Nicolò Melli segnano 7 punti a testa (+16 di plus/minus per il secondo, che si conferma un autentico baluardo nella metà campo difensiva). Agli africani non bastano i 19 punti col 50% al tiro (6/12 dal campo e 4/8 da tre) di Childe Dundão e i 13 punti di Bruno Fernando, unico giocatore angolano a militare in NBA, tra le file degli Atlanta Hawks (nonché ex Boston Celtics e Houston Rockets). L’avvio è tutt’altro che positivo per l’Italia, che nel primo quarto va sotto di sette punti (13-6). La reazione di carattere paga e il primo periodo si conclude sul +6 (23-17), grazie a un parziale di 17-4 che mette in evidenza il maggior tasso tecnico e la superiorità in termini di esperienza degli azzurri, a segno alla scadere del primo quarto con una tripla di Severini.
L’Angola, però, non demorde e resta a contatto, andando alla pausa lunga con sole tre lunghezze da recuperare (43-40). Nel corso del secondo quarto, la selezione africana si aggrappa alla già menzionata coppia Dundão-Fernando (12 punti a testa, 6 in due, poco più della metà di quelli messi a segno dall’Angola). Un equilibrio che di fatto dura fino alla fine del match, in quanto l’Angola non si arrende nemmeno dopo il parziale di 6-0, firmato da Melli e Fontecchio, con cui l’Italia apre il terzo periodo, e annulla in men che non si dica ben nove punti di svantaggio (da 49-40 per gli azzurri a 49-49 in meno di 2’). La strenua resistenza angolani viene vanificata del tutto soltanto nel quarto quarto, in cui emergono i valori, sia tecnici che morali, dell’Italia di Pozzecco, che piazza un parziale di 20-10 e archivia la pratica a poco più di tre minuti dal suono della sirena.
Gigi Datome nel riscaldamento pre partita: il capitano azzurro prende parte ai Mondiali per la seconda volta. (Fonte: Italbasket).
In una giornata in cui molte delle armi di cui gli azzurri dispongono vengono utilizzate in maniera tutt’altro che efficace, l’Italbasket porta comunque a casa una preziosa vittoria grazie anche e soprattutto all’unità d’intenti e al grande spirito di sacrificio che contraddistinguono un gruppo che non spicca certo per i propri valori tecnici, ma che ha un’alchimia che poche altre squadre possono vantare. Merito anche e soprattutto del lavoro svolto dal commissario tecnico Gianmarco Pozzecco, che dopo l’ottimo percorso all’Europeo dello scorso anno (storica vittoria con la Serbia agli ottavi e sconfitta ai quarti con la Francia all’overtime) intende lasciare il segno anche sul prestigioso palcoscenico dei Mondiali, competizione nella quale l’Italia non è mai andata oltre il quarto posto, centrato in due occasioni, nel 1970 e nel 1978.
Ai suoi è mancata lucidità in alcune fasi di gioco, con alcune scelte rivedibili che hanno dato vita a un combattutissimo testa a testa. Quella ammirata alla Philippine Arena non è stata certo la miglior versione dell’Italbasket, lontana parente della squadra capace di vincere sette volte su sette nelle amichevoli di preparazione al torneo (90-89 con la Turchia, 79-61 con la Cina, 89-88 con la Serbia, 74-70 con la Grecia, 98-65 con Portorico, 93-87 col Brasile e 88-81 con la Nuova Zelanda), ma gli azzurri sanno esaltarsi nei momenti più difficili e, soprattutto, hanno una forza mentale che li spinge a non mollare mai, nemmeno dopo una serie di errori banali o un parziale importante per gli avversari.
La gioia di Simone Fontecchio e Nicolò Melli: vittoria tanto sofferta quanto importante per l’Italia. (Fonte: Italbasket).
La gara inaugurale offre dunque notevoli spunti di riflessione a Pozzecco, la cui impronta è pienamente tangibile nell’atteggiamento grintoso e battagliero con cui i suoi, nonostante una prestazione non eccelsa, si impongono di quattordici punti e lottano con le unghie e con i denti su ogni pallone, come dimostrano i 41 rimbalzi catturati e le 6 stoppate a referto. L’Italbasket tornerà in campo domani mattina alle 10 (ora italiana) per affrontare la Repubblica Dominicana, sfida che potrebbe risultare già decisiva per centrare il primo posto nel gruppo A.
I caraibici sono reduci dal successo per 87-81 ai danni dei padroni di casa delle Filippine e possono contare sulla stella dei Minnesota Timberwolves Karl-Anthony Towns, autore di una doppia doppia da 26 punti e 10 rimbalzi nella prima gara del torneo, seppur tirando con un pessimo 31% dal campo (5/6). In termini realizzativi, nella prima giornata della Coppa del mondo FIBA hanno fatto meglio del classe ‘95 soltanto tre giocatori: Jordan Clarkson, autore di 28 punti proprio nella partita tra Filippine e Repubblica Dominicana, Nikola Vučević (27 punti nel successo del suo Montenegro per 91-71 col Messico) e Shai Gilgeous-Alexander (27 punti nella larga vittoria del Canada per 95-65 contro la Francia).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Italbasket (Twitter)
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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