Una notte di playoff NBA come tante, con alcune tra le favorite alla vittoria finale pronte a darsi battaglia, si è trasformata in men che non si dica in un evento destinato a rimanere impresso nella storia, non soltanto della pallacanestro, e non certo per una schiacciata di Giannis Antetokounmpo, una giocata da applausi di LeBron James o uno step-back di James Harden.
Former President Obama has praised the Milwaukee Bucks for "standing up for what they believe in" following the team's decision to boycott their NBA playoff game in response to the police shooting of Jacob Blake https://t.co/xbTAT55Pk1
— CNN Breaking News (@cnnbrk) August 27, 2020
Le sei squadre che avrebbero dovuto disputare gara-5 del primo turno, rispettivamente Milwaukee Bucks, Orlando Magic, Houston Rockets, Oklahoma City Thunder, Los Angeles Lakers e Portland Trail Blazers, infatti, non sono scese in campo per protestare contro i continui soprusi subiti dagli afroamericani e dall’abuso di potere della polizia, in particolare dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake in quel di Kenosha, distante 50 km da Milwaukee, nel Wisconsin.
Proprio Milwaukee è la squadra che ha dato il via al boicottaggio delle partite, nonostante da alcuni giorni circolasse la voce di un possibile accordo tra i giocatori di Toronto Raptors e Boston Celtics per non giocare la prima gara delle semifinali della Eastern Conference, in programma questa notte. I Bucks, dal canto loro, hanno deciso di rimanere negli spogliatoi e non entrare in campo per la palla a due, mettendosi in contatto col governatore del Wisconsin Mandela Barnes per offrire il proprio contributo alla causa.
I loro avversari, gli Orlando Magic, invece, hanno regolarmente fatto il loro ingresso sul parquet per il riscaldamento prepartita, salvo poi seguire le orme dei Bucks (avanti 3-1 nella serie) a poco meno di quattro minuti dall’inizio della sfida, in programma alle 22 italiane. È poi arrivato il turno di Houston Rockets e Oklahoma City Thunder, quindi a chiudere il cerchio ci hanno pensato Los Angeles Lakers e Portland Trail Blazers.
The Milwaukee Bucks statement: pic.twitter.com/F7XOPs4NqE
— Malika Andrews (@malika_andrews) August 26, 2020
I giocatori di tutte e sei le squadre hanno ritenuto giusto non giocare per lanciare un segnale forte al mondo intero: in un periodo storico in cui il denaro la fa da padrone, la lega sportiva più ricca al mondo si ferma per combattere il razzismo, rivendicare i diritti degli afroamericani e chiedere una riforma che contribuisca a cancellare per sempre abusi di potere e omicidi da parte degli agenti di polizia. Nel frattempo, Kenosha è teatro di scontri tra attivisti del movimento Black Lives Matter e forze dell’ordine.
Circa tre mesi dopo l’uccisione di George Floyd, brutalmente soffocato da Derek Chauvin, agente del dipartimento di polizia di Minneapolis, dunque, un nuovo episodio riporta in auge la questione dell’uguaglianza sociale negli Stati Uniti d’America. Tutta l’NBA, si sa, è schierata contro l’attuale presidente degli USA Donald Trump, con numerosi giocatori che si battono per far sì che anche gli afroamericani abbiano le stesse possibilità di voto alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 3 novembre.
Stando a quanto riportato dal giornalista Chris Mannix di Sports Illustrated, i giocatori hanno molto a cuore la questione, tanto che potrebbero decidere di non riprendere a giocare in quel di Orlando qualora non dovessero arrivare loro garanzie circa la possibilità di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose.
BREAKING: The Lakers and Clippers have voted to boycott the remainder of the NBA season. pic.twitter.com/2jp6H5SbRc
— theScore (@theScore) August 27, 2020
Nel frattempo salteranno anche le gare in programma questa notte: oltre al possibile accordo tra Toronto Raptors e Boston Celtics, infatti, anche Utah Jazz, Denver Nuggets, Los Angeles Clippers e Dallas Mavericks potrebbero decidere di non giocare e contribuire ulteriormente all’interruzione della stagione, per ora soltanto momentanea.
Al meeting tra i principali rappresentanti dei giocatori e degli allenatori, tra cui il presidente della NBPA (l’associazione dei giocatori) Chris Paul, trascinatore degli Oklahoma City Thunder, i vicepresidenti Andre Iguodala e Kyle Korver, rispettivamente in forza a Miami Heat e Milwaukee Bucks, e Doc Rivers, coach dei Los Angeles Clippers, si è discusso dei possibili scenari. “Il prosieguo della stagione è fortemente a rischio”, ha dichiarato un giocatore veterano ai microfoni di ESPN.
Per ora sono due le squadre che hanno deciso di sospendere tutta la stagione, ossia le due formazioni di Los Angeles, Clippers e Lakers. Le altre squadre, invece, vorrebbero portare a termine i playoff in qualche modo. In questo senso, i giocatori si ritroveranno nella giornata di oggi per prendere una decisione definitiva.
Dall'NBA alle Olimpiadi: boicottaggi e proteste nella storia dello sport. FOTOhttps://t.co/2UhOZN1Itl
— skysport (@SkySport) August 27, 2020
In USA si ferma anche il campionato di calcio, la MLS, mentre in WNBA (l’NBA femminile) le giocatrici delle Washington Mystics hanno deciso di indossare delle maglie con sette fori sulla schiena che rimandano ai sette colpi di pistola con cui è stato ferito l’afroamericano Jacob Blake. Un altro passo importante nella lotta al razzismo e alle ingiustizie è stato compiuto ed è destinato a finire sui libri di storia. Nell’aprile 1968, in occasione dell’assassinio di Martin Luther King, si giocò regolarmente gara-1 delle Finali di Conference a Est tra Boston Celtics e Philadelphia Sixers (Bill Russell e Wilt Chamberlain non erano d’accordo). Stavolta nessuno ha voglia di rimanere in silenzio o stare a guardare.
Dennis Izzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”