“Quando l’anno prossimo smetterò di giocare si chiuderà un’era, un modo di interpretare la difesa all’italiana. È un orgoglio esserci stato, spero che un giorno tanti giovani prenderanno quella storica difesa juventina come idoli”.
Con queste parole, Leonardo Bonucci comunica il proprio addio alla Juventus. Nel corso di un’intervista rilasciata al canale Youtube ufficiale della Vecchia Signora per festeggiare le 500 presenze raggiunte con la maglia bianconera, il difensore italiano ha dichiarato che la prossima, sarà l’ultima stagione da calciatore juventino. E, aggiungiamo noi, molto probabilmente, l’ultima in generale da calciatore.
Dall’esordio tra i professionisti con l’Inter, passando per gli anni trascorsi a Treviso, Pisa e Bari, all’approdo a Torino con la maglia della Juventus, la carriera di Leonardo Bonucci è quella di un difensore che, piaccia o meno, resterà nei manuali di difesa del gioco del calcio.
Perno della famosa “BBC“, la difesa a tre juventina composta (dal 2012 al 2016) da Bonucci, Barzagli e Chiellini. Spalla, anche con la maglia della Nazionale italiana, del compagno di squadra Giorgio Chiellini, per anni, Leonardo Bonucci ha svolto un lavoro accorto di pulizia, d’impostazione del gioco mentre, il suo compagno di reparto era impegnato a fare a sportellate con gli attaccanti avversari.
Per far capire quello che Bonucci e Chiellini erano in grado di fare in campo, basta prendere una famosa dichiarazione in conferenza stampa di José Mourinho ai tempi del Manchester United quando, al termine della partita giocata ad Old Trafford, il tecnico portoghese dichiarò: “Bonucci e Chiellini professori della difesa. Dovrebbero insegnare ad Harvard“.
Nel corso della sua carriera, Leonardo Bonucci ha vinto praticamente di tutto: 9 campionati di Serie A, 5 Supercoppe italiane, 4 Coppa Italia e, anche, uno storico titolo Europeo con l’Italia nel 2021.
Il modo di esporre il proprio attaccamento alla maglia della Juventus, a volte, gli ha creato delle antipatie. Ma, quando una persona gioca col cuore prima ancora che la testa, è normale possa accadere. “Sin dal primo giorno che ho indossato questa maglia ho cercato in primis di essere me stesso, nel bene e nel male. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per difendere una maglia che per me è come una seconda pelle”.
Anche i tifosi bianconeri non l’hanno sempre amato. Specialmente, quando nell’estate del 2017 decise di trasferirsi al Milan. “Accettare di ritornare è stata una scelta fatta soprattutto con il cuore ma sapevo che sarei andato incontro a gente che non aveva compreso il motivo del mio addio nell’estate precedente. La società aveva deciso di mettermi sul mercato perché alcune cose non erano andate come loro mi avevano detto ma mi sono fatto scivolare addosso rabbia e delusione. Quell’anno, lontano da casa, è stato difficile ed ho fatto di tutto pur di tornare alla Juve“.
La scelta di annunciare il proprio addio è la diretta conseguenza di una stagione, quella attualmente in corso, davvero difficile per il difensore italiano. Un’annata cosparsa di infortuni che gli hanno fatto totalizzare appena 18 presenze in tutte le competizioni. Inoltre, se a questa motivazione, aggiungiamo il fatto che il contratto con la Juventus andrà in scadenza nel giugno del 2024, ecco che il dado è tratto.
Tuttavia, quando raggiungi le 500 presenze con la maglia della Juventus, sai che difficilmente avresti potuto fare di meglio. E, Leonardo Bonucci, lo sa benissimo: “Da bambino quando rincorri il pallone hai il sogno di vestire una maglia come quella della Juventus e riuscirci per 500 volte significa aver fatto la storia del club e, per me, è una grande emozione”.
“Ho applicato alla lettera quello che significa indossare questa maglia cercando di capire dagli altri, che erano più grandi di me, cosa significasse indossare la maglia della Juventus. Dopo, ho cercato di essere esempio e trascinatore di questi valori, ma vivere per questo club è stato come vivere per dodici anni in un sogno“.
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