Il momento della verità è finalmente arrivato. Dopo giorni in cui ne abbiamo viste, alla Friends Arena, e sentite e lette (sui giornali, in tv e sui social) di tutti i colori, questa sera la parola passa al campo, unico vero giudice. E non si tratta di un campo qualsiasi, ma di quel San Siro di Milano in cui l’Italia ha sempre avuto, fin qui, una tradizione positiva. La sfida persa in casa della Svezia ha contribuito ad ingigantire la gravità della situazione e a rendere ancor più pesante il clima intorno agli azzurri e al nostro movimento calcistico, tra chi invoca l’addio del commissario tecnico Gian Piero Ventura e del presidente federale Carlo Tavecchio e chi, invece, attribuisce maggiori responsabilità ai calciatori, accusati di scarso impegno e poca propensione al sacrificio.
In ogni caso, quella di stasera è molto più di una semplice partita di calcio: si tratta di un vero e proprio appuntamento con la storia, novanta minuti in cui ridare lustro e credibilità non soltanto alla nostra Nazionale, ma all’intero paese, che vive una situazione decisamente drammatica e incerta da ormai tanti anni. Per gli italiani, infatti, il calcio rappresenta una vera e propria valvola di sfogo per i mali quotidiani, e se si tratta della Nazionale esso è anche uno dei pochi ambiti in cui tutto il paese si tinge di tricolore e si stringe in un abbraccio caloroso che va da Nord a Sud. Unità e compattezza, valori chiave che sono venuti a mancare in occasione dell’ingloriosa pagina di storia calcistica scritta venerdì scorso a Solna, una delle sconfitte più beffarde e deludenti della Nazionale azzurra nella sua poco più che centennale storia.
Alla Friends Arena la Svezia è stata furba nel far cadere gli azzurri nella propria trappola, ma a San Siro avrà l’arduo compito di gestire l’esiguo vantaggio. Altrettanto complicata, ma non impossibile da portare a termine, la missione dell’Italia, che ha bisogno di vincere con due gol di scarto per rimontare il ko dell’andata e volare ai Mondiali per la quindicesima volta consecutiva. Per farlo, Ventura ha deciso di optare per degli accorgimenti tattici, anche perché gli undici titolari più i due subentrati (Eder e Insigne) in Svezia hanno deluso e non poco, dunque è opportuno quanto necessario effettuare degli aggiustamenti. Tra i pali ci sarà ovviamente il sempiterno Gigi Buffon, che toccherà quota 175 presenze in azzurro e, in caso di sconfitta, la sua avventura in Nazionale si concluderebbe dopo circa vent’anni di gloriosa ed onorata carriera.
A protezione del numero uno di Carrara la BBC che ormai sopravvive soltanto in Nazionale, con i bianconeri Barzagli e Chiellini e l’ex Juventus Bonucci, attualmente in forza al Milan. Da loro ci si attende una prova di solidità ed efficienza in fase difensiva, al fine di rendere quanto più inespugnabile la nostra retroguardia. Nessun cambiamento, dunque, in difesa, piuttosto prevedibile visto che il pacchetto arretrato è una delle poche certezze a disposizione di Ventura, mentre l’assenza di Verratti, che all’andata è stato ammonito ed era diffidato, obbliga l’ex allenatore del Torino a cambiare qualcosa in mezzo al campo: confermati Candreva e Darmian (quest’ultimo è stato uno dei pochi a salvarsi a Solna) sulle corsie esterne e Parolo al centro, a fare compagnia quest’ultimo dovrebbero essere Jorginho e Florenzi. In attacco, invece, Gabbiadini dovrebbe spuntarla sia su Insigne che su Belotti: Ventura ha provato spesso l’attaccante del Southampton in coppia con Immobile in allenamento e, dato che la formula del doppio centravanti non ha sortito gli effetti sperati, ha optato per un cambio di rotta anche in questo senso.
Inutile dire che sarà una gara piuttosto ostica, cosa piuttosto scontata visto che già pochi giorni fa la Svezia ha sorpreso i nostri, al di là della vittoria finale, con un atteggiamento fortemente grintoso e battagliero cui gli azzurri non sono stati in grado di resistere ed opporre resistenza, peraltro in una serata gelida soltanto dal punto di vista climatico, ma contraddistinta da una temperatura a dir poco bollente in mezzo al campo e sugli spalti, con i tifosi svedesi che hanno interpretato alla grande il loro ruolo di dodicesimo uomo in campo, spingendo i propri beniamini alla vittoria finale. Dopo aver avuto la certezza di andare ai playoff e di poter incontrare una tra Grecia, Irlanda, Svezia e Irlanda del Nord, in casa Italia vi era un clima di fiducia, con molti che sostenevano che non dovessimo avere paura di nessuna delle quattro squadre sopracitate.
Eppure, in campo gli azzurri sembravano impauriti, per larghi tratti spaesati e in netta difficoltà a proporsi in maniera convincente dalle parti di Olsen e al limite dell’area. Il gruppo è ancora sicuro di sé stesso e delle proprie potenzialità, sa di essere superiore alla Svezia e di avere tutte le carte in regola per centrare il proprio obiettivo e superare una volta per tutte uno dei periodi più complicati di sempre per la nostra Nazionale. Al termine del primo atto, però, la situazione è tutt’altro che confortante e nel secondo, in programma questa sera a San Siro, l’Italia dovrà fare gli straordinari, non soltanto per raggiungere la qualificazione ai Mondiali, ma anche e soprattutto per dimostrare di essere una vera squadra, composta da giocatori di un certo livello che inseguono un traguardo e combattono insieme per centrarlo.
Per farlo sarà necessario sfruttare i punti deboli di una Svezia che, sebbene all’andata abbia portato a casa il massimo risultato col minimo sforzo, ha mostrato di avere vistose lacune in determinati aspetti. Se il reparto difensivo è a dir poco lodevole per costanza e impegno, infatti, quello offensivo lascia a dir poco desiderare. In fase di impostazione, inoltre, gli svedesi sono tutt’altro che eccelsi, tant’è che il gol decisivo, siglato da Johansson grazie a una deviazione vincente di De Rossi, è arrivato dopo una serie di rimpalli sugli sviluppi di una rimessa laterale e non al termine di un’azione ben orchestrata e costruita. Nelle nostre corde, invece, c’è la capacità di mettere in difficoltà gli avversari con interessanti trame di gioco e, in questo senso, sarà fondamentale l’apporto di Jorginho in cabina di regia e la duttilità di Florenzi in mezzo al campo, così come l’imprevedibilità di Gabbiadini, che sulla carta dovrebbe assicurare maggior dinamismo rispetto a Eder. Oltre a ciò, l’attaccante bergamasco sembra l’ideale per far coppia con Immobile, in quanto permetterebbe a quest’ultimo di risultare l’unico vero terminale offensivo nell’undici titolare: come unica punta, Immobile si è sempre trovato meglio in carriera e lo dimostra la sensazionale stagione che il classe ’90 sta vivendo con la maglia della Lazio.
Alla luce di quanto detto, se Bonucci dovesse essere particolarmente ispirato, potremmo vederne delle belle. Nonostante il suo inizio di stagione col Milan non sia stato particolarmente brillante, infatti, conosciamo tutti le abilità del centrale viterbese nell’impostare l’azione dalle retrovie e sorprendere le retroguardie avversarie con lanci lunghi ben calibrati (vedi assist per il gol di Giaccherini nella gara inaugurale degli Europei 2016 vinta 2-0 contro il Belgio). Un vero e proprio regista difensivo che farebbe molto comodo in una sfida come quella di stasera, in cui presumibilmente gli svedesi difenderanno il vantaggio col coltello tra i denti e sarà molto difficile trovare spazi.
Dennis Izzo
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