Luci e ombre in questo mercoledì di Champions League per le italiane: buona prestazione per il Napoli al Bernabeu con il Real Madrid, ma ne esce sconfitto; pareggio rocambolesco tra Benfica e Inter. Vediamo com’è andata la serata.
Quello visto in Spagna è stato un Napoli diverso e lo si vede dagli atteggiamenti in campo e soprattutto fuori, partendo già da come si vive la panchina. Perché pare evidente che Walter Mazzarri stia lavorando sulla testa dei suoi giocatori, oltre che sui movimenti da svolgere in campo.
Un chiaro esempio è la reazione di un ottimo Simeone, il quale dopo aver segnato al primo tempo, si accomoda in panchina per far entrare nella ripresa il ritrovato Osimhen al secondo tempo, ma lo fa con consapevolezza di quanto fatto, con il sorriso. Sembrano dettagli, ma ai partenopei è mancato anche quello spirito di squadra che Spalletti aveva fatto emergere.
Ovviamente riguardo l’esito finale della partita, non si può non dar merito ad un Real Madrid stellare e ad Ancelotti, capace di far fronte ad essenze fondamentali, sfruttando al meglio una rosa profonda e di altissima qualità. Bellingham ha preso da diverso tempo le redini della squadra interpretando un calcio da campione assoluto, Rodrygo si è caricato il peso dell’attacco continuando a fare gol (vista l’assenza dell’amico e compagno Vinicius).
Al Napoli va riconosciuta la voglia di non arrendersi nonostante le assenze, perché anche la squadra di Mazzarri ha dovuto fare i conti con un Juan Jesus adattato a terzino (fattore determinante nella manovra a sinistra, venendo a mancare entrambi i terzini sinistri); anche lo stesso Osimhen rientra dopo settimane di calvario e lo si vedeva nei movimenti, nell’attenzione a non farsi male, sfruttando minuti per rientrare bene.
L’inferiorità tecnica è emersa, ma non quanto ci si aspettava viste le defezioni e un percorso tutto nuovo per un Napoli che rimane perfettamente in corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions: il decreto si avrà nell’ultima partita contro il Braga.
Alle volte può prevalere un sentimento velato di appagamento e forse è quello che inconsciamente avranno pensato i giocatori di Inzaghi dopo la prestazione del primo tempo contro un Benfica arrembante e dominante.
L’Inter vista nella prima frazione, seppur ricolma di seconde linee (chiamarle così è riduttivo vista la qualità dei giocatori), non è stata delle migliori; troppi errori, poca grinta al cospetto dei portoghesi che non avevano nulla da perdere vista la loro pessima situazione di classifica e dopo una campagna Champions deludente.
Continua la striscia di reti siglate da Joao Mario (l’ex tanto chiacchierato che non ha mai convinto a Milano) il quale è stato autore di una clamorosa tripletta nel primo tempo, inserendosi lì dove i nerazzurri hanno lasciato spazi aperti o hanno sbagliato in fase di impostazione.
Inzaghi, volendo evitare brutte figure o chissà che altro, avrà sfruttato l’intervallo per far entrare la squadra con un piglio diverso ed è riuscito nel suo intento, culminato in un clamoroso pareggio trovato con il rigore di Sanchez. L’Inter è una squadra più matura, un gruppo completo ed amalgamato (anche oggi ottima prestazione di Frattesi e buon rientro con il gol di Arnautovic sapientemente da un allenatore che con gli anni si è saputo meritare di ricoprire questo ruolo.
Il discorso qualificazione agli ottavi di Champions era già chiuso, ciò che rimane aperta è la lotta alla prima posizione: si giocherà anche qui il tutto per tutto all’ultima gara contro la Real Sociedad.
Alex Privitera
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Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.