Scelta salutare o semplicemente etica, più costosi di quelli “non bio”, i prodotti biologici presenti tra gli scaffali dei supermercati, e ormai in tanti negozi specializzati, rappresentano una realtà da osservare e conoscere meglio. Ma cosa rende diverso un prodotto biologico da quelli che abbiamo sempre trovato al supermercato?
Gli scaffali dei supermercati presentano un numero sempre più elevato di prodotti “marchiati” da etichette verdi che richiamano la natura con loghi e espressioni come “bio”, “agricoltura biologica”, “allevamento biologico”. Conseguenza di un ritrovato amore per il pianeta nella coscienza di ognuno o semplice ricerca di una dieta più controllata? Ai sociologi il delicato quesito. È chiaro a tutti, o quasi, che il biologico segue le norme del rispetto per la natura, ma cosa occorre per rendere un prodotto “biologico”? E cosa occorre alle aziende per ottenere una certificazione bio? Un prodotto, per poter essere definito biologico, deve soddisfare le seguenti caratteristiche:
Ogni prodotto biologico deve avere l’etichetta «Agricoltura Biologica» o «Allevamento Biologico –Regime di controllo CEE», che riporta la data di raccolta, di produzione, di macellazione, la sigla del Paese di provenienza, un codice dell’azienda e uno per la partita del prodotto. Inoltre, un prodotto che segue il protocollo biologico non sarà mai distribuito in contenitori di plastica o di altro materiale sintetico.
Per quanto riguarda le imprese, le normative che regolamentano la certificazione prevedono che l’azienda agricola abbia rispettato le norme dell’agricoltura biologica per un periodo di almeno due anni prima della semina. Inoltre, in ogni momento, ogni operatore, ad esempio il produttore, l’addetto alla trasformazione o il venditore, può essere soggetto a ispezioni almeno una volta l’anno. La supervisione e il controllo delle norme è affidata ai singoli Stati membri dell’Unione Europea che aderiscono al protocollo bio. Ognuna di queste Nazioni può designare il compito di eseguire le ispezioni a determinate autorità pubbliche o private, in Italia è il caso della FederBio. Tutti i prodotti con etichetta biologica devono riportare il nome dell’ultimo operatore che ha maneggiato il prodotto, questo processo permetterà al consumatore di essere ben informato e di avere la certezza che il prodotto acquistato corrisponda esattamente a quanto scelto.
Bisogna fare molta attenzione alla provenienza del prodotto biologico: se arriva dall’estero non soddisferà pienamente i criteri biologici. Infatti, per quel prodotto sarà previsto un consumo maggiore di risorse idriche ed energetiche dovute alla conservazione, al trasporto e alla logistica. Quali sono invece i requisiti che devono soddisfare i sistemi di allevamento e agricoltura biologica?
Tuttavia, poiché possono sorgere difficoltà nell’approvvigionamento di alimenti biologici, è consentito l’impiego di alimenti non biologici fino al limite massimo del 10% per i ruminanti e del 20% per gli altri animali.
Gianluca Merla
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