Lo scorso 22 giugno, un uomo di 59 anni e suo figlio 28enne, che stavano passeggiando sul Monte Peller, tra la Val di Non e la Val di Sole, in Trentino (località Torosi), si ritrovarono faccia a faccia con un’orsa. L’improvviso incontro causò loro numerose ferite in più parti del corpo, tanto da portare il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega), a firmare un’ordinanza di abbattimento del plantigrado il giorno seguente, nonostante la richiesta dei due uomini che si erano imbattuti nell’animale fosse di lasciare l’orsa in libertà.
Poco più di un mese dopo, il 30 luglio, il Tar di Trento si oppose all’abbattimento dell’orsa JJ4, ritenendo quanto avvenuto sul Monte Peller “non imputabile al comportamento problematico di un singolo orso, bensì a un più ampio problema di gestione della convivenza con l’uomo” e dando quindi ragione al ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, che aveva fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza di abbattimento firmata da Fugatti, e alle varie associazioni animaliste che si erano battute sin da subito per salvare la vita dell’orsa.
Dopo aver incassato il rifiuto del Tar di Trento a dare il via libera all’abbattimento, l’11 agosto scorso il presidente della Provincia autonoma di Trento aveva quindi richiesto che l’orsa venisse catturata e rinchiusa nel recinto del Centro di recupero fauna alpina di Casteller, a sud di Trento, insieme ad altri due orsi, M57 e DJ53. La battaglia di Costa nel frattempo è andata avanti, col ministro che ha fatto ricorso a tutti i mezzi possibili pur di restituire la libertà all’orsa, che ha deciso di chiamare Gaia, “come la Madre Terra”, cercando di trovare dei compromessi con Fugatti, tra cui quello di liberare gli orsi ma dotarli di un radiocollare per controllarne gli spostamenti ed evitare ogni minimo rischio.
Costa si è inoltre appellato al Consiglio di Stato, chiedendo la liberazione dell’orsa JJ4-Gaia dal recinto di Casteller: richiesta che è stata ufficialmente accolta quest’oggi, per la gioia del ministro (e non solo). “Oggi ha vinto il buon senso e la libertà: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la cattura dell’orsa Gaia (JJ4). Non posso che ringraziare le associazioni che portano avanti queste battaglie che noi vogliamo sostenere e per le quali noi, attraverso l’avvocatura dello Stato, ci siamo costituiti al loro fianco. Gaia è un’orsa che a seguito ha tre cuccioli e la sua cattura sarebbe stata un enorme problema per la vita dei piccoli.”, il post pubblicato sulla sua pagina Facebook da Sergio Costa per esprimere tutta la sua soddisfazione in merito alla bella notizia.
La chiosa del ministro dell’ambiente è un monito che deve far riflettere. “È tempo di trovare la giusta via per una pacifica convivenza fra uomini e orsi, due specie che abitano il nostro Bel Paese da lungo, lungo tempo.”: molto spesso, infatti, si tende a ritenere aggressive e pericolose determinati animali, procedendo con l’abbattimento di numerose specie nell’interesse esclusivo degli esseri umani e ignorando completamente quello degli animali.
Nel caso degli orsi, ad esempio, in molti ritengono che attacchino l’uomo per istinto, ma in realtà aggressioni agli esseri umani da parte degli orsi non sono molto frequenti – tanto che quelle avvenute in Italia, nelle Alpi e negli Appennini, negli ultimi 150 anni si contano sulle dita di una mano – e in molti casi sono evitabili. Se un orso attacca, probabilmente è affamato, si sente minacciato o teme che possa succedere qualcosa di spiacevole ai suoi cuccioli. Gli orsi, inoltre, solitamente preferiscono evitare lo scontro e ritirarsi appena percepiscono la presenza umana.
Certo, il rischio c’è e non è da sottovalutare, ma episodi come quello sopracitato dovrebbero spingere gli essere umani a capire cosa fare (e cosa invece evitare) per evitare di trovarsi in situazioni simili. Del resto, gli orsi (e molti altri animali) non occupano i nostri spazi, per cui a maggior ragione non meritano per nessun motivo di perdere la libertà e la possibilità di vivere tranquillamente nel loro habitat naturale. Il buonsenso e la forza di volontà possono cambiare le cose, rendere la convivenza tra uomini e animali più agevole per entrambe le parti ed evitare inconvenienti.
Dennis Izzo
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