Tutti gli universitari hanno sentito parlare almeno una volta del l’Erasmus, ovvero del programma universitario che permette agli studenti europei di studiare per un periodo di tempo in un altro Paese dell’Unione, con l’opportunità di usufruire di borse di studio e agevolazioni di vario genere. Acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, il nome dato al progetto deriva dall’umanista e teologo Erasmo da Rotterdam, il quale per diversi anni viaggiò in tutta Europa per conoscerne le diverse culture; l’iniziativaa è stata inaugurata nel 1987, con lo scopo di creare un piano per favorire la mobilità studentesca nella Comunità. Da allora, il programma si è molto diffuso ed evoluto, diventando uno dei motori della creazione di una nuova generazione di cittadini, capaci di adattarsi e lavorare in Stati diversi dal proprio.
Molti studi condotti dalla Commissione Europea dimostrano, infatti, la validità di tale esperienza, dato comprovato dal fatto che il tasso di disoccupazione tra i giovani che hanno studiato fuori Italia sia inferiore del 50% rispetto a quello dei coetanei i quali, invece, hanno deciso di rimanere. Un altro recente studio mette in luce anche un ulteriore interessante aspetto: pare che dal 1987 ad oggi siano un milione i bambini nati da coppie formatesi proprio grazie all’Erasmus. Più di un quarto dei tre milioni di studenti che hanno partecipato a tale programma fin dalla sua fondazione ha conosciuto, quindi, il proprio partner durante il periodo di studio trascorso nel Paese europeo ospitante scelto. Si potrebbe dire, dunque, che fra le tante possibilità offerte dall’Erasmus, ci sia anche quella di costruire una famiglia con più facilità.
Di fatto, il programma di mobilità internazionale per studenti ha consentito ad una nuova generazione di nascere sotto il segno dell’europeismo, favorendo l’integrazione e il senso di appartenenza alla Comunità. Ecco perché l’Unione Europea punta molto sul nuovo programma Erasmus+ – che da gennaio 2014 ha sostituito il vecchio Erasmus – per rilanciare l’immagine dell’UE. Nonostante il successo ottenuto dal programma, però, ancora solo il 10% degli studenti europei vi ha partecipato, di cui la metà grazie a una borsa di studio. Una classifica stilata per l’anno accademico 2012-2013 mostra come meta più richiesta la Spagna, seguita da Germania, Francia, Regno Unito e Italia. Nel fondo della classifica, invece, c’è il Liechtenstein, scelto come meta da soli 62 studenti. Per gli anni a venire l’obbiettivo dell’UE è quello di portare i partecipanti a raggiungere le 300mila unità, con tutte le implicazioni positive che ne conseguiranno.
Lorena Peci
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