Si chiameranno Ultra HD e sono già stati annunciati da qualche mese. Stiamo parlando dei televisori next generation, detti anche Televisori 4K poiché i pannelli che li compongono raggiungono una risoluzione approssimativa di circa 4000 pixel. In inglese 4K sta per 4Kilo mentre in italiano per 4Mila. Ci vorranno molti anni prima che la televisione tradizionale (qui intesa come programmazione televisiva trasmessa) sia in grado di andare in onda ad una simile definizione, quasi 3 volte superiore a quella delle Smart TV Full HD attualmente in commercio. Quad Full High Definition (QFHD) è invece il termine informatico già in uso per descrivere l’incredibile risoluzione di 3840×2160 pixel, adottata dai nuovi display. È previsto, già da ora, che questa risoluzione rivoluzionaria venga implementata nei video di YouTube, così com’è stato per le precedenti HD e Full HD. Verranno commercializzate anche videocamere in grado di registrare in 4K, ma per adesso non è emerso nulla riguardo ad una possibile implementazione in smartphone e tablet, mentre nell’ambito dei supporti ottici i Blu-Ray Disc, dato che sono in grado di contenere al loro interno 50GB, dovrebbero andar bene anche per questo nuovo formato.
I Televisori Ultra HD supporteranno poi il 3D, pur sempre attraverso l’uso associato degli occhialini, purtroppo, e nonostante la Nintendo abbia dato dimostrazione, nel suo Nintendo 3DS, che è possibile realizzare schermi 3D senza l’ausilio delle fastidiose lenti. Inutile, inoltre, riportare la mole di software in produzione presso le grandi case assemblatrici di TV. E così continua l’evoluzione del televisore e della televisione (intesa nella seconda accezione riportata sopra); ciò che è nato come un mezzo di comunicazione e di trasmissione unidirezionale, da oggetto sempre meno conforme al concepimento originale, si trasforma in un “computer ibridato”, cioè in una macchina crossmediale per la visualizzazione di video, foto, giochi e la navigazione in rete tramite il telecomando, il tutto a definizioni stratosferiche che rendono anche il più piccolo dettaglio del contenuto che si sta fruendo visibile all’occhio umano.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.