Chi era Uzeta e perché è stato scelto come icona dell’Etna Comics 2017? Protagonista di una leggenda catanese ideata nel 1900 dal puparo Raffaele Trombetta, poi ripresa nel 1905 dal giornalista Giuseppe Malfa, pare fosse un ragazzotto di umili origini. Conquistata, per il suo valore in battaglia, la benevolenza del re Federico II di Svevia, fu inviato in Sicilia dove liberò il Castello Ursino di Catania dai cosiddetti “giganti”, un’orda di saraceni che avevano invaso e usurpato la città. La leggenda narra – e lo ricorda anche nella conferenza di apertura Antonio Mannino, direttore dell’Etna Comics – che il paladino Uzeta, con un solo colpo di spada, riuscì a uccidere duemila mori. Un supereroe.
Considerato l’unico personaggio rossazzurro dell’Opera dei Pupi, oggi nella città dell’Elefante esiste un solo monumento dedicato a lui: relativamente recente, è la statua in bronzo dello scultore Mimmo Maria Lazzaro, realizzata nel 1957 e ubicata in piazza Università.
La storica Porta Uzeda, rappresentante uno dei più fulgidi esempi di arte barocca siciliana, eretta nel 1695 con marmo bianco e pietra lavica dal duca di Camastra, dedicata al sovrano asburgico Carlo V e all’epoca uno dei 9 ingressi dell’antica cinta muraria cinquecentesca, invece, è stata intitolata a Juan Francisco Pacheco Téllez-Girón, nato a Madrid l’8 giugno 1649, capitano generale di Galizia e Viceré di Sicilia per volontà del re Carlo III di Spagna; noto anche come duca di Uceda, italianizzato “Uzeda” con la D, titolo nobiliare risalente al 1610, quando il re di Spagna Filippo III creò l’onorificenza per il politico Cristóbal Gómez de Sandoval-Rojas y de la Cerda, è il nobile che promosse la ricostruzione di Catania dopo il terremoto del 1693 e non va confuso con Uzeta con la T, il paladino catanese. Il termine “duca di Uceda”, comunque, si riferisce a un piccolo Comune castigliano, donato in quel periodo come feudo.
Tornando al Festival, è interessante soffermarsi sulla rappresentazione fumettistica di Uzeta, il cavaliere, disegnata dall’illustratore bulgaro Alex Maleev, famoso per la miniserie Superman vs. Predator, ma anche Daredevil, Spider-Woman, Moon Night, International Iron Man e Infamous Iron Man. Voci di Città gli ha rivolto qualche domanda.
Cosa ti porta in Sicilia?
«Sicuramente Etna Comics 2017. Sono contento di trovarmi qui. Un’isola a parte rispetto al resto d’Italia. Tutto è cominciato quando una mattina, a New York, sono stato fermato da Antonio e Salvo Di Paola (responsabile editoriale area comics, ndr). Mi hanno spiegato di cosa si trattasse e chiesto se avessi potuto realizzare per loro la nuova locandina del Festival. Ho accettato subito. Nelle settimane successive sono seguite centinaia di email con ritratti di Uzeta e immagini delle armature dei Pupi Siciliani».
Come si è giunti alla posa finale del personaggio?
«Diciamo che Antonio e Salvo me l’hanno mimata fin dal primo incontro. Volevano che fosse rappresentato esattamente in quella posa, con in mano la spada e le braccia scoperte piene di tatuaggi. L’idea di usare il fuoco dell’Etna a mo’ mantello, invece, è mia».
Perché Uzeta non è raffigurato come un burattino, essendo anche uno dei protagonisti dei Pupi Siciliani?
«In realtà lo è. Il progetto iniziale prevedeva che avesse dei fili rotti ai polsi, come se si fosse liberato dal suo burattinaio, da voi com’è che dite? Puparo. Poi, in fase di revisione, i miei committenti hanno optato per la versione senza fili. In effetti, anche a me piace di più».
E dello scudo che ci sai dire?
«Beh, quello non poteva non recare il simbolo di Catania (un enorme elefante grigio, ndr) sul frontespizio».
Alberto Molino
@AlbeMolino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.