CATANIA – Il tema dell’Etna Comics odierno è #backtothefantasy e di fantasia, in effetti, ce n’è tanta. Il quinto Festival internazionale del Fumetto e della Cultura Pop prende le mosse dal passato, da una Catania dove fumetti, film e giochi di ruolo non erano ancora un prodotto di massa. I creatori si pongono una semplice, ma efficace, domanda: cosa sarebbe accaduto se già all’inizio del secolo scorso festival del genere fossero stati realizzati in Sicilia? A che punto saremmo oggi? In sole cinque edizioni le aree a disposizione del pubblico sono aumentate enormemente (quest’anno 5 padiglioni suddivisi in 3 piani, oltre 200 stand) e, benché il topic centrale rimanga legato ai fumetti, esistono molte più commistioni di stili rispetto al passato. Centinaia, poi, gli autori presenti (tra questi e solo il primo giorno Alessandro “Don Alemanno” Mareu, Valentina De Poli, Davide Catenacci, Bruno Caporlingua, Fabrizio Modina e Jacopo Costa Buranelli), decine le case editrici partecipanti (Fumetti al Cubo, Magic Press, Asterion Press e Panini Comics solo per citarne alcune), tantissimi i giochi (scacchi, Risiko!, Cluedo, Battaglia navale, 7Wonders e molti altri, alcuni anche inediti e ricercati). Per capire meglio cosa si cela dietro all’organizzazione dell’Etna Comics, Voci di Città ha intervistato in esclusiva il direttore generale e artistico, Antonio Mannino.
Come si è giunti al coinvolgimento di case editrici nazionali e internazionali?
«Con la passione e la tenacia. Non era possibile organizzare un evento del genere senza una volontà pazzesca. Il mio merito, ed è giusto che io me lo prenda, è avere creduto tantissimo in questo progetto, coinvolgendo e motivando tutte le persone che collaborano alla sua realizzazione. Etna Comics si può definire un evento fantasy in senso stretto perché è la dimostrazione che se qualcuno desidera fortemente una cosa, nonostante tutti gli impedimenti del caso, la ottiene».
Cinque anni fa credeva che il Festival potesse assumere le attuali dimensioni?
«Si può fare ancora di più. La Sicilia è una terra fantastica. Un turista che viene qui per partecipare all’Etna Comics, negli altri giorni, ne approfitta per andare a mare, mangiare le peculiarità enogastronomiche della città, vivere la movida catanese. Insomma, al di là dell’aspetto prettamente culturale, Catania ha un valore aggiunto che nessuno ha mai saputo utilizzare al meglio. Questa terra ha bisogno di giovani, come il sottoscritto (sebbene io abbia quasi 40 anni), che siano tenaci. Quello che riscontro, purtroppo, è la mancanza di questa particolare caratteristica. La tenacia ti trasforma, ti aiuta a risolvere i problemi, a essere chi vuoi essere e, infine, a realizzare i tuoi sogni. Se unissimo la tenacia con la bellezza del posto in cui viviamo, sono sicuro che potremmo fare molto di più rispetto ad altri festival blasonati e, in generale, nella vita».
Etna Comics è un festival primaverile, ha mai pensato di replicarne i contenuti durante il periodo invernale?
«Assolutamente no. Vorrebbe dire sminuire la nostra professionalità. Si potrebbe pensare a qualcosa di più piccolo, come fiere e mostre di settore, ma non un altro Etna Comics; il classico appuntamento annuale è già difficile da realizzare e, allo stesso tempo, gode della sua unicità. Lo sforzo profuso è immenso, probabilmente dalla prossima settimana inizieranno i preparativi per la successiva edizione. Nel frattempo, godiamoci questa».
Alberto Molino (articolo + photogallery)
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.