La creatrice del famosissimo manga (nonché cartone animato) Lady Oscar, Ryioko Ikeda, è stata ospite speciale dell’Etna Comics 2015 presso Le Ciminiere di Catania. Intervistata da Voci di Città, racconta le caratteristiche del personaggio, del periodo storico e del messaggio che desiderava trasmettere attraverso la figura di Lady Oscar.
CATANIA – Tutti ricorderanno la bellissima e affascinante guardia reale della regina Maria Antonietta d’Austria, Oscar François de Jarjayes, meglio conosciuta come Lady Oscar. Con i suoi gelidi occhi blu, «biondi i capelli e rossa di guance», ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, senza distinzione di sesso o età. Ambientata nella Francia dell’Ancien Régime, la storia di Lady Oscar e della sua inseparabile regina ha affascinato migliaia di lettori e spettatori, rendendo impossibile ignorarne le vicende intrise di amore, passione, guerra, affetto e fedeltà. All’Etna Comics 2015, Ryioko Ikeda, la famosa fumettista giapponese nonché “madre” di Lady Oscar, ha risposto a qualche domanda rivoltale da Voci di Città.
Innanzitutto vorremmo sapere se si aspettava il successo avuto con il manga Lady Oscar, anche in minima parte, o se è stato per lei del tutto inaspettato.
«Naturalmente, al momento della creazione, non avrei mai potuto immaginare che Lady Oscar avrebbe avuto tutto questo seguito e successo, diffondendosi addirittura a livello mondiale. È stata per me una piacevolissima e inattesa sorpresa, che è cresciuta via via col tempo, diffondendosi sempre di più».
La storia è ambientata durante l’Ancien Régime. Per quale motivo ha scelto questo determinato periodo della Storia francese?
«Quando frequentavo ancora il liceo, ero particolarmente appassionata e affascinata dagli avvenimenti della Rivoluzione francese e, in particolare, dalla figura di Maria Antonietta. Alla luce di ciò, ho poi deciso di realizzarne una storia che contenesse alcune mie connotazioni personali».
Maria Antonietta è stata un personaggio fuori dal comune, in effetti: una regina potentissima, eppure decapitata all’età di soli 37 anni. Quando era un’adolescente cosa l’ha colpita più di tutto della giovanissima imperatrice?
«Ciò che mi ha colpito moltissimo è stato il lato umano e fanciullesco di cui era ammantata Maria Antonietta. Benché l’ambiente in cui vivesse fosse caratterizzato dalla frivolezza, Maria Antonietta è riuscita a trarre da un’era fatua un’umanità molto profonda».
Soffermiamoci adesso sul personaggio di Oscar. I connotati fisici sono stati frutto della sua immaginazione oppure, per realizzarli, si è ispirata a uno o più individui realmente esistiti?
«La protagonista di Berusaiyu no bara (in italiano Lady Oscar) è stata proprio frutto di una mia idea. La sua forma e il suo disegno si sono delineati dentro di me man mano che studiavo la storia, poiché ne ero, appunto, un’appassionata. È come se avessi realizzato una sorta d’incastro: ho iniziato a fare degli sketch e poi ho maturato l’idea finale».
Per quanto riguarda, invece, il carattere di Oscar, qual è il messaggio che voleva far trapelare attraverso il personaggio?
«Ho iniziato a tratteggiare il personaggio di Oscar in tutta la sua interezza 42 anni fa, quando ancora la libertà della donna in Giappone era limitata: i suoi ruoli si riducevano al matrimonio e alle faccende domestiche. Poi, lentamente, negli anni del boom le donne hanno conquistato i propri diritti e la figura femminile ha conosciuto finalmente un grande sviluppo. Il mio scopo era proprio quello di trasmettere l’immagine di una donna forte che, nonostante la condizione d’inferiorità in cui era relegata, riuscisse comunque a resistere e distinguersi».
Prima di concludere, ci piacerebbe chiederle, allora, se oggi esiste secondo lei un esempio di donna paragonabile alla sua Lady Oscar.
«In realtà non posso dare una risposta specifica. Quello che dovrebbe tratteggiare un personaggio simile a Oscar è la voglia di vivere: perciò, che si tratti di un uomo o di una donna, questa persona dovrebbe essere caratterizzata dal desiderio di assaporare la vita e dalla voglia di combattere e di lottare per essa, esattamente come Oscar».
Chiara Forcisi (articolo)
Marco D’Urso (fotografie)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.