L’Europa è minacciata da quattro “bombe pronte a esplodere”, come riportato dal Sole 24 Ore. Sarebbe un vero rischio per l’Unione europea mettere fine al sogno di una vera Europa unita, a causa di potenti forze centrifughe. Le “bombe” che causerebbero tutto ciò si trovano in Spagna, Polonia, Gran Bretagna e Grecia.
Dal punto di vista economico il successo in Spagna di Podemos e Ciudadanos, mette fine a quel sogno di stabilità politica del Paese iberico che aveva superato perfino l’Italia, con una crescita del 3% stimata nel 2015. Oggi invece governano formazioni nate dal basso, espressione di movimenti cittadini estremamente critici con le politiche di Bruxelles e Strasburgo. Podemos ha aperto ad altre forze di sinistra con l’obiettivo di siglare accordi di coalizione o di appoggio esterno a giunte minoritarie. Oggi la situazione è quantomeno instabile, con all’orizzonte la possibilità di singolari coalizioni per evitare che Podemos o Ciudadanos possano trionfare anche alle politiche di novembre.
La Polonia cresce come la Spagna, con il 3% l’anno e nell’ultimo decennio anche di più. Ma la crescita economica oggi marcia di pari passo con il vento anti-europeo che ha portato alla presidenza Andrzej Duda, un giovane candidato nazionalista ultraconservatore ed euroscettico che ha vinto al ballottaggio con il capo di Stato uscente, Bronislaw Komorowski. Duda non nasconde la sua contrarietà all’Europa unita e all’entrata di Varsavia nell’eurozona, dichiarando di voler tutelare in primo luogo gli interessi della Polonia. In questo caso, per i sostenitori dell’Ue, il rischio è una sempre più probabile alleanza con Putin, che si è subito congratulato con Duda, auspicando nuove relazioni costruttive fondate sui principi del buon vicinato e del rispetto degli interessi comuni.
Nel Regno Unito lo scenario è chiaro e ha una data in cui la “bomba” potrebbe esplodere con la proposta di referendum previsto per la fine del 2017 sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. Il primo ministro David Cameron e il nuovo ministro della Giustizia, Michael Gove, vogliono abolire lo Human Rights Act che, attualmente, lega le leggi inglesi a quelle della Corte europea dei diritti dell’uomo, per sostituirlo con una legge interna che dia maggiori poteri in materia di contrasto all’immigrazione clandestina.
Il rischio che Atene venga espulsa dall’eurozona, dipende tutto dal pagamento al FMI (Fondo Monetario Internazionale). Per chi sta conducendo le trattative col governo di Alexis Tsipras, la realtà è già tragica. I colloqui sussurrati a margine del G7 rivelano che la Grecia è già data per persa. Il FMI si è, di fatto, defilato. La trattativa è in alto mare. Intanto Tsipras ha perso la maggioranza in Parlamento per fare passare un’intesa. A fine giugno, quando scadrà il programma, il default sarà inevitabile.
Marcello Strano
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