Amazon rivoluziona i propri magazzini “assumendo” anche i robot. All’evento, istituito dal colosso mondiale e svoltosi a Seattle in questo fine maggio 2015, fra i partecipanti anche due androidi dell’industria italiana. Il made in Italy registra, quindi, successi anche nella tecnologia e a livello internazionale.
La prima competizione indetta dal colosso dell’e-commerce Amazon, l’Amazon Picket Challenge, è un evento in cui si scontrano diverse università e centri di ricerca. L’obiettivo della gara è duplice: da un lato, Amazon vuole rivoluzionare completamente il modo di prendere dagli scaffali gli oggetti, di qualsiasi dimensione essi siano e il modo di inscatolarli, e dall’altro mettere alla prova la robotica internazionale sullo sviluppo di nuove tecnologie sempre più all’avanguardia per poter gestire i punti vendita. I robot sono i protagonisti della gara, coloro che si apprestano a trasformare il modo di fare tipico degli esseri umani.
La competizione, la prima istituita per motivazioni come quelle suddette, ha visto fronteggiarsi circa 30 università e centri di ricerca da tutte le parti del mondo, fra cui due enti italiani che si sono aggiudicati un posto in finale all’Amazon Picket Challenge: il Politecnico di Torino e il E. Piaggio di Pisa. Il primo ha partecipato con un robot, il Racer 999, implementato con la Comau (Consorzio Macchine Utensili), leader mondiale nelle soluzioni di produzione, di automazione sostenibile e di scoperte sempre rivolte al futuro: il droide è stato costruito con due braccia innescate da sei movimenti e dotate di un’elevata precisione. Il cervello del robot è un software che attraverso un sistema di visione e di profondità, compreso di webcam, sa sempre cosa afferrare. Il secondo dispositivo italiano che è arrivato in finale è stato realizzato insieme all’Istituto italiano di tecnologia: le braccia dell’androide includono in sé tutti i movimenti che possono essere compiuti dagli arti superiori umani (circa venti); inoltre, sono anche stati inseriti dei cuscinetti in modo tale da far compiere al robot gesti morbidi e delicati.
L’appuntamento, svoltosi a Seattle questo fine maggio, è stato sviluppato nell’ambito dell’ICRA 2015, forum internazionale per ricercatori in cui essi possono esporre i propri lavori. I robot che Amazon deciderà di assumere dovranno essere capaci di afferrare oggetti di qualsiasi volume e peso, da quello più piccolo a quello più ingombrante, imballarli e prepararli per la spedizione. L’Italia, con i suoi due organismi arrivati in finale, ha così dimostrato al mondo intero che il bel Paese non è solo “pizza e spaghetti”.
Anastasia Gambera
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