Al giorno d’oggi, molto meno frequentemente che una volta, vengono proposti al pubblico esperimenti cinematografici; tratto dal romanzo L’atlante delle nuvole di David Mitchell, Cloud Atlas, diretto dai fratelli Lana ed Andy Wachowski insieme a Tom Tykweri, si propone il tentativo di portare sul grande schermo sei storie raccontate all’interno di un unico film. La pellicola di fantascienza ha debuttato negli USA il 26 ottobre 2012, mentre in Italia il 10 gennaio dell’anno successivo; attualmente ha incassato in Nord America 9.612.247 dollari e sul territorio nostrano 1.601.496 euro. Il tema, nonché filo conduttore dei 170 minuti proiettati su maxischermo, è il destino di sei persone comuni, le cui vite sono apparentemente slegate, attraverso la Storia dell’umanità nella quale anche una goccia può causare cambiamenti imprevedibili nell’avvenire. In un mirabile montaggio multiplo e frammentato s’incontrano: l’avvocato Adam Ewing (Jim Sturgess) nel 1839 in viaggio per il Pacifico; il giovane musicista bisessuale Robert Frobisher (Ben Whishaw) bloccato, nel 1936, nella cittadina di Zedelghem; la reporter Luisa Rey (Halle Berry) coinvolta, nel 1972, in un’inchiesta giornalistica sulla vociferata insicurezza della nuova centrale nucleare; l’editore Timothy Cavendish che, nel 2012, si ritrova in un grande impiccio; il clone (o artificio) Somni~451 liberata, nel 2144, da un fast food di Neo Seoul in Corea del Nord, grazie all’intervento del ribelle Hae-Joo Chang (Jim Sturgess); il povero capraio Zachry (Tom Hanks) alla scoperta, nel 2321, dei segreti celati dagli scenari post-apocalittici dalla Grande isola di Hawaii. Nonostante il lungometraggio appaia presentabile ad un pubblico poliedrico, la MPAA (l’Organizzazione americana dei produttori cinematografici) ha imposto il rating R, cioè il divieto di visione ai minori di diciotto anni, giustificandolo col fatto che il film mostra violenza, turpiloquio, nudità/sesso e uso di droghe.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.