La televisione e i giornali tradizionali, sia quelli in rete che di carta, non ne parlano, eppure esistono e si tratta di siti al limite dell’impensabile. Stiamo parlando di indirizzi web disumani, nei quali sconsigliamo vivamente di entrare (infatti non faremo il relink), come Lovely Disgrace e Best Gore. In questi siti, che dovrebbero essere banditi dalla rete o quantomeno scacciati nel deep web invece di essere raggiungibili dai motori di ricerca, gli utenti possono caricare foto amatoriali con tanto di resoconto su efferati omicidi, morti accidentali, stupri, incidenti, mutilazioni, scene di guerra e in generale corpi umani dilaniati.
Se da un lato, nei film, la spettacolarizzazione della violenza può creare un senso di divertimento, in questi siti provoca disgusto, senso di vomito, sconcerto, perché non si tratta di effetti speciali, ma di persone vere e proprie (e purtroppo anche di bambini e bambine) trovate morte e fotografate con il solo scopo di finire in rete senza alcun contegno o, addirittura, in alcuni casi estremi riprese durante la morte. Viene toccato l’apice dell’indecenza quando nei commenti ad alcuni post certa gente addirittura ironizza sulle immagini e fa satira o invoglia ad imitare comportamenti del genere, nonché autolesionistici. La democrazia del web, in queste aree purtroppo accessibili da casa propria, pecca e sconfina nella vergogna, nella mancanza di un senso d’umanità e rispetto per quei poveri disgraziati che hanno perso la vita in modo atroce e i cui corpi dovrebbero essere visti soltanto dagli agenti della scientifica, dai medici che eseguiranno l’autopsia e, al massimo, dai famigliari. Il brutto d’internet è che ci si può mettere di tutto, da porno siti a siti di questo tipo, e (quasi) ogni elemento è accessibile; si tratta di un enorme contenitore infinito entro cui non vigono regole e allora, almeno per decenza, senso d’umanità ed etica, prima di caricare in rete il volto massacrato di un poveretto che è morto, prima di scattargli la foto col cellulare, cercate di chiamare qualcuno o, se proprio non ci riuscite, statevene lì, fate una preghiera, ed evitate di dissacrare la vita di coloro che sono state persone esattamente come voi.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.