Prima di tutto, cos’è la realtà aumentata? In inglese si chiama augmented reality, abbreviato AR, e costituisce uno nuovostandard tecnologico. Si tratta della manipolazione sensoriale dell’individuo umano attraverso una mediazione computerizzata tra un oggetto e un dispositivo elettronico. Più semplicemente, si scarica un’applicazione (spesso gratuita) sul proprio smartphone o tablet la quale, sfruttando la fotocamera in dotazione al device, permette di aggiungere e visualizzare sul display informazioni accessorie riguardo all’oggetto che si sta inquadrando. In un fumetto, ad esempio, dirigendo l’obbiettivo fotografico sopra pagine in bianco e nero e senza vignette si potrà osservarle mentre si colorano o mentre, come per magia, compaiono i dialoghi dentro le nuvolette. Il 6 dicembre 2013, a La Feltrinelli di Roma, è stato presentato da DEd’A il primo fumetto italiano a realtà aumentata, intitolato Ordinary e siglato dai due artisti Emiliano Reali e Giuditta Gaudioso. Questo fumetto, all’atto della sua pubblicazione, costituisce già una pietra miliare come perfetto “sìnolo” nell’incrocio tra vecchi e nuovi supporti di visualizzazione. L’esperienza cartacea, fruita da millenni e irrinunciabile, diventa in questo modo multimediale, post contemporanea e, non ultimo, “ordinaria” come il titolo del fumetto; ma Ordinary è molto di più, è anche una storia che mira a sensibilizzare la società odierna.
Prima romanzo dello stesso Reali e solo dopo, attraverso la spinta del contest da lui creato, divenuto fumetto, la cui restituzione grafica è stata affidata alla disegnatrice Giuditta Gaudioso, Ordinary indaga le anomalie di particolari elementi umani del sistema, come nel caso specifico gli omosessuali. Il racconto è incentrato su Diego, «ventenne, giovane inesperto e omosessuale. Vittima di una società omofoba non ancora pronta ad accoglierlo. Troverà il vero amore, ma scoprirà di essere solo sfogo inconsapevole di rabbia e frustrazione. Un uomo lo trascinerà nel baratro, ci sarà un modo per uscirne?»; sono queste le parole dell’incipit, suoni forse già sentiti in altre storie, ma che in questo caso, grazie alla realtà aumentata e alla bravura degli artisti dietro al progetto, hanno già ottenuto un gran successo di pubblico. Ad ogni modo, Ordinary, nella sua prima apparizione di opera fumettistica italiana in grado di unire lettura vecchio stile, animazione e interattività, è già qualcosa di sorprendente.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.