Aumenta a dismisura la chiusura delle librerie: l’Italia, in soli 5 anni, ha perso 2300 librerie, da Nord a Sud. Ma quali sono le cause di questa decadenza della cultura italiana?
Il 2020 ha già registrato un forte crollo culturale ed economico, dovuto alla chiusura di altre due importanti e storiche librerie italiane: la Paravia di Torino – aperta nel 1802 e salotto letterario torinese –, e la Feltrinelli International di Roma, caposaldo della cultura letteraria capitolina.
A denunciare la tragica situazione culturale è stato proprio il presidente dell’Associazione Librai Italiani, Paolo Ambrosini, dichiarando un calo effettivo di 2.332 librerie dal 2012 al 2017, con la conseguente perdita di 4.596 posti di lavoro. Le cause di questo smarrimento culturale, sono da ricercarsi nel cosiddetto «Effetto Amazon» e in una diseducazione alla lettura tra i giovani. Questo è quanto emerge da un’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Sonia Calarco – una delle proprietarie della Paravia di Torino. La libraia ha spiegato: «ll motivo lo conoscono tutti: è Amazon. Il problema non è il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon, che prima ha attirato i clienti solo con sconti esagerati, poiché in Italia manca una legge che tuteli i librai, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile».
Difatti, il colosso dell’e-commerce ha mutato il mercato librario offrendo una vasta scelta a prezzi super scontati, e un servizio a domicilio in tempi ridotti. Si tratterebbe, quindi, di una vera rivoluzione che ha trascinato tutti i consumatori ad abbandonare le storiche librerie, le quali non possono permettersi questi vantaggi. E le prime a subire questo “effetto Amazon” sono proprio le librerie “mono” – negozio, a gestione indipendente, costrette a cedere alle spietate leggi del mercato.
A tal proposito, Paolo Ambrosini, in una nota – per sollecitare la Camera ad approvare il testo della «legge sul libro» –, ha dichiarato: «Slitta ancora l’approvazione del dl lettura al Senato, perché il ministero dell’Economia e delle Finanze non ha ancora dato il parere favorevole al dl. Il governo chiarisca una volta per tutte se condivide il dl, e lo faccia rilasciando il parere, perché le dichiarazioni rilasciate sin qui non hanno prodotto alcun effetto. E intanto le librerie chiudono, si perdono posti di lavoro e si bruciano progetti d’impresa». D’altra parte – come dichiara lo stesso Ambrosini all’Avvenire –, «nell’opinione pubblica si è radicata la convinzione che i libri costano, e che per leggere occorra spendere molto, dimenticando che ci sono le biblioteche e che si vendono libri di prezzo molto basso».
Per evitare che i librai abbassino per sempre la saracinesca e che la lettura diventi un lusso, il presidente Ambrosini fa un appello al governo italiano, dichiarando all’Avvenire: «Perché non introdurre anche detrazioni fiscali come si fa per le spese mediche e la palestra? Si può iniziare dai testi scolastici come prima forma di attenzione verso le famiglie: sarebbe un’operazione dal costo abbastanza contenuto, circa 160 milioni all’anno».
A questo punto, ci auguriamo che il governo intervenga al più presto per sanare questa difficoltà culturale ed economica.
Federica Masi
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