Il 7 Agosto 2015, all’età di 90 anni è morto Renato Zangheri ex sindaco che resse Bologna per la bellezza di 13 anni durante uno dei periodi più duri, incluso il fatidico 1980. Un giorno dopo, l’intera città è in lutto e ricorda quel grande uomo che con la sua freddezza gestì la calda Bologna degli anni di piombo.
BOLOGNA – Quando un uomo che per 13 anni ha fatto parlare di sé, nel bene o nel male, scompare è impossibile non notare il buco che lascia nell’intera città, non importa quanti anni abbia avuto. Così, il 7 Agosto 2015, all’età di 90 anni, è morto l’ex sindaco di Bologna Renato Zangheri lasciando un grande vuoto nel cuore dei cittadini più anziani che lo ricordavano per ciò che fece durante i difficili 13 anni delle sue, non una, ma ben tre cariche. Fatidico il giorno in cui Zangheri “ha deciso” di andare via, esattamente 35 anni e 5 giorni dopo quella che fu la strage più grave per la città di Bologna e che lui visse in primis in qualità di sindaco vigente nel 1980. Ma chi è stato Renato Zangheri e cosa ha fatto per lasciare il segno?
Renato Zangheri nacque nel 1925 a Rimini. Da subito grande studioso, si laureò in filosofia presso l’Alma Mater Studiorum per insegnare prima “Storia ed economia” a Trieste e dopo “Storia delle dottrine economiche” presso l’Università di Bologna. Nel 1944 si iscrisse al Partito comunista italiana e iniziò a collaborare con diverse riviste quali: Movimento operaio, Emilia, Studi storici. Dopo essere stato responsabile della commissione culturale presso la Federazione bolognese del PCI, finalmente, nel 1979 durante il XV congresso ottene la carica di membro della direzione del partito. Come primo incarico pubblico, divenne consigliere comunale; poi fu nominato assessore per le istituzioni comunali cittadine (dal 1960 al 1964), quindi, si occupò: delle raccolte storiche comunali; delle biblioteche, dei musei, delle gallerie d’arte e di qualunque altra attività culturale bolognese.
Il 9 luglio 1980 fu eletto ufficialmente nuovo sindaco di Bologna e ne mantenne la carica per tre volte, fino al 24 Aprile 1983. Tanti sono i meriti attribuiti a Zangheri durante gli anni dei suoi mandati come le numerose rassegne musicali e culturali, un’impostazione politica incentrata sui giovani, l’equilibrio che riuscì a mantenere tra l’impronta tradizionalista del PCI e le numerose spinte e proteste politiche dei giovani che accendevano la città in quel determinato periodo. Ma, soprattutto, Renato Zangheri viene ricordato per la mano ferma e il self-control con cui affrontò i tragici eventi degli anni di piombo e in particolar modo la strage che colpì la sua città: «È certo che coloro che hanno ricevuto responsabilità di governo e parlamentari dal popolo, tutti coloro che esercitano funzioni pubbliche, dal popolo verranno giudicati per quello che faranno, con una vigilanza e sensibilità moltiplicate dall’angoscia di questi giorni e dalla gravità estrema del crimine che è stato commesso» queste furono le sue parole durante i funerali delle vittime.
Ieri 8 Agosto, i funerali di Zangheri sono stati svolti in forma privata, la camera ardente è stata allestita dalle ore 12 alle ore 17 nella sala Rossa di Palazzo d’Accursio che per l’intera giornata ha tenuto esposta fuori la bandiera comunale listata a lutto, in ricordo di quell’uomo, professore e sindaco che per ben 13 anni ha retto le redini della, ancor di più allora, città “dotta, grassa e rossa”.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.