TEXAS – Non è un caso che accada in Texas, Stato tradizionalmente conservatore e anti-abortista e non è un caso che a capo di questa campagna cosiddetta “pro-life” vi sia il senatore Brandon Creighton, repubblicano e sostenitore del neo presidente eletto Donald Trump. Non è un caso, l’abbiamo già detto; eppure le proteste e le polemiche che il disegno di legge Bill 25 ha scatenato sono state delle più disparate e hanno trovato terreno fertile non solo negli Stati di stampo democratico ma anche nello stesso Stato texano, in cui varie femministe e associazioni per i diritti delle donne si sono fatti sentire a gran voce.
Sarà possibile, per i medici residenti in Texas nascondere alle donne incinte eventuali malformazioni o malattie genetiche riscontrate durante i canonici test di gravidanza. Questo non solo permetterà al medico in questione di poter operare secondo le proprie convinzioni (politiche o religiose che siano), ma escluderà lo stesso dalla possibilità di poter essere citato in giudizio dalla paziente, nel caso in cui la stessa non sia stata adeguatamente informata. È questo, in sunto, il contenuto della legge proposta dal senatore Creighton e approvata nel Senato texano (con sede ad Austin) con una schiacciante maggioranza (parliamo di 9 no e ben 25 sì).
Le ragioni che hanno mosso questo particolare disegno di legge sono state esposte nei precedenti mesi dallo stesso Creighton, al centro di varie contestazioni dai meno conservatori del proprio paese ma al contempo di notevoli attestati di stima da parte degli elettori del suo stesso partito politico. Lo scopo principale sarebbe quello di proteggere i medici dalle tante cause legali che negli anni si sono susseguite a causa di varie nascite indesiderate, ma non solo. Secondo molti, infatti, al centro della legge 25 sta quella campagna “pro-life” di cui abbiamo parlato qualche rigo più su. Lo stesso Creighton, infatti, all’annuncio che fece alla stampa della sua proposta di legge quattro mesi fa dichiarò: «È inaccettabile che i medici possano essere penalizzati perché difendono la sacralità della vita umana. Ogni bambino è prezioso e merita la nostra protezione».
E mentre un provvedimento legislativo di tale natura trova terreno fertile in uno stato definito “fortezza” della destra religiosa; desta scalpore, invece, la protesta di alcune femministe del luogo che si sono fatte portavoci di un’opinione dilagante in buona parte degli Stati Uniti. Nello specifico, le donne, durante la seduta di approvazione del suddetto disegno di legge, si sono vestite da ancelle, riprendendo il romanzo “Il racconto dell’ancella” in cui si immaginano gli Stati Uniti retti da un regime totalitario di ispirazione biblica in cui le donne vengono divise in fertili e non fertili, con le prime in uno stato di completa sottomissione all’uomo e con un unico scopo da compiere in vita: procreare.
Francesco Mascali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»