Carenza importante della risorsa idrica nel nostro Paese. La crisi sembra non fermarsi: l’evento della siccità continua ad aumentare vertiginosamente. Non si esclude la possibilità di un razionamento dell’acqua in alcune zone.
A seguito del grande caldo che affligge il Paese, la siccità non ferma la sua ascesa. La situazione è preoccupante, soprattutto in alcune zone d’Italia. Il capo del dipartimento della protezione civile, Fabio Curcio, non esclude un possibile razionamento dell’acqua, anche diurno.
La decisione sulla chiusura dei rubinetti dipenderà dai prossimi giorni. La massiccia carenza d’acqua preoccupa molto. A preoccupare gli esperti è un eventuale afflusso anomalo di acqua in un secondo momento, con il rischio di ingenti danni.
I dati in nostro possesso: 50% d’acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alla media degli ultimi anni, 70% di neve in meno, il Po (il fiume più lungo d’Italia) ha l’80% di portata in meno.
Uno dei settori maggiormente colpiti è quello agricolo. Le difficoltà degli agricoltori non sono poche, lo sforzo fisico ed economico si fa sentire sempre di più. Il problema, come accennato prima, interessa diverse zone del Paese, come il bacino del Po, le Alpi orientali e alcune zone del centro.
Dello stesso parere di Curcio è anche il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli. Il ministro definisce la situazione “drammatica”, sostenendo l’ipotesi di un razionamento dell’acqua e di un suo utilizzo per operazioni civili e per gli animali.
Sembrerebbe, secondo quanto dichiara il ministro, che il problema sia presente già da venti anni, ma che fino ad ora sia stato sottovalutato. Bisogna forse rieducare il cittadino ad un uso più consapevole delle nostre risorse idriche e attuare dei piani specifici per aumentare la capacità di captazione dell’acqua.
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