La proposta del governo ungherese di costruire un muro lungo il confine con la Serbia è soltanto l’ultimo motivo di tensione che colpisce l’Europa. Il dossier immigrazione ha tenuto banco negli ultimi giorni, ma più per gli attriti fra gli Stati membri che per l’idea di una vera condivisione del problema. Non si dimentichino, inoltre, le estenuanti trattative con il governo greco a fronte della possibile Grexit, un giorno scongiurata ed il giorno successivo presa in seria considerazione. Non sono ancora archiviati nemmeno i dissidi riguardo alla crisi ucraina e all’ombra minacciosa della Russia di Putin.
In una situazione simile, più di cento intellettuali ed accademici hanno deciso di volare più alto rispetto a questi problemi per guardare non alle difficoltà del momento, ma al futuro del Continente. Per questa ragione hanno inviato una lettera alle istituzioni europee con l’intento di fissare una strategia per i prossimi anni, volta ad una maggiore integrazione fra i Paesi dell’Unione Europea, in particolare quelli dell’Eurozona. Tra le firme illustri vi sono anche quelle di Zygmunt Bauman e Anthony Giddens. Il testo si apre con un invito a fare i conti con la storia e ad imparare le lezioni che la crisi ha impartito: una moneta unica con 19 diverse politiche economiche e fiscali non è un progetto sostenibile. Perciò un nuovo impulso al processo di integrazione è ritenuto tanto urgente quanto necessario. In concreto vengono poste come obiettivi le cosiddette 4 Unioni, ovvero l’unione bancaria, fiscale, economica e politica. Queste vengono considerate il presupposto per un’Europa in grado di assumere su di sé un ruolo geopolitico di rilievo, capace cioè di avere una chiara visione strategica in politica estera, autonoma rispetto agli Stati di dimensione continentale come gli Stati Uniti, la Russia o la Cina.
Dopo gli sforzi compiuti dalla BCE per evitare lo sfaldamento della costruzione europea, i firmatari propongono un rinnovato sforzo politico, da applicare già al prossimo Rapporto sul futuro della zona euro: «Il “tutto il necessario” del presidente Draghi è stato cruciale nel momento più difficile della crisi. Il vostro Rapporto dovrebbe essere il “tutto il necessario” politico da parte di tutte le istituzioni dell’Unione. Dovrebbe fornire un percorso e scadenze certe per completare l’unione bancaria e creare quella fiscale, economica e politica entro la fine di questa legislatura».
La lettera si conclude poi con un appello ad un rilancio e ad una maggiore ambizione nei confronti della governance europea, chiamata a farsi carico delle sfide odierne sia interne che esterne: «I cittadini hanno bisogno di una visione e di un percorso per un’Europa fondata sulla democrazia, la solidarietà e la sussidiarietà. Nient’altro potrà restituire la fiducia nell’Unione. L’alternativa è il diffondersi di una percezione sociale di un declino inevitabile e irreversibile, che alimenta il populismo, il nazionalismo e la xenofobia. La leadership implica una responsabilità nei confronti dei cittadini di oggi e di domani. Gli europei contano sulla vostra leadership, responsabilità e visione per portare loro e la loro Unione fuori dalla crisi».
Lorenzo Guasco
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