Il 4 dicembre 2016 si voterà per il referendum costituzionale confermativo, per il quale non occorrerà raggiungere il quorum per essere valido, come al contrario accade nel caso di referendum abrogativi; in tal caso basterà solo un voto in più per segnare la vittoria o la sconfitta di Renzi.
A tal proposito, tutti i sondaggi dei principali istituti di ricerca, mandati giornalmente in onda nei vari TG, stimano fermamente la più probabile sconfitta del premier con la vittoria del NO al referendum popolare relativo. Nello specifico, la suddetta riforma porterà varie modificazioni, riassumibili in alcuni distinti punti: la riforma di una parte della Costituzione, nello specifico, il titolo V della parte II; il superamento del bicameralismo paritario che, secondo il Partito Democratico è la causa principale del lungo iter legislativo delle singole leggi, mentre secondo opposizione e facoltosi giuristi tale intoppo andrebbe identificato con le varie opposizioni presenti nella camera; abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro); ridimensionamento del Senato, che oltre a perdere alcuni poteri fondamentali (ma questo è il punto cardine del superamento del bicameralismo paritario), passerebbe da 315 a 100 senatori.
Proprio su questo ultimo punto, la maggior parte dei partiti favorevoli al No (M5S+FI+Lega+Fd’It+Sel+partiti minori di destra e sinistra) hanno mosso più di qualche critica. il Senato, che come detto non verrà eliminato ma semplicemente ridotto, sarà composto non più da parlamenatari a tutti gli effetti: nello specifico 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 di nomina presidenziale. Secondo gli esponenti delle opposizioni, infatti, il taglio di alcune poltrone (e l’indennità dell’intero senato, dato che gli esponenti delle autonomie locali continuerebbero a ricevere lo stipendo da queste), non porterebbe i risultati sperati dato che i nuovi senatori non adempirebbero i loro compiti di membri della camera a pieno, dato che la loro presenza a palazzo madama non verrà garantito per l’intero arco della settimana ma solo per alcuni giorni.
Ecco, dunque, illustrati in sintesi quelli che saranno i fondamenti della riforma. I sondaggi sono come già detto favorevoli a dire NO a tutto questo e mantenere lo status quo. Ma non è forse vero che a pochi giorni dal recente voto per le presidenziali degli States i sondaggi assegnavano già la vittoria alla Clinton? Sappiamo come è finita.
Ester Sbona
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