PARIGI – Ieri nella capitale francese si è consumato, a detta dei terroristi, l’11 settembre francese. La fuga di informazioni che si è susseguita dalle 21:30 del 13/11/2015 e le 2:00 del 14/11/2015 ha certamente tenuto chiunque incollato di fronte al televisore o al computer: capire cosa stava accadendo, era questa il mood della notte passata dal mondo intero. A fornire la cronaca ora per ora degli attentati di Parigi è Il Fatto Quotidiano: inizia tutto verso la ripresa del secondo tempo di Francia vs Germania, quando si sentono forti esplosioni durante il match e per l’evidente imminente pericolo il Premier Hollande viene fatto evacuare. Nel pomeriggio vi era perfino stato un allarme bomba nell’hotel dove alloggiava la Nazionale Campione del Mondo. Parallelamente, i ristoranti Le Carillon e Petite Cambodge vengono bersagliati da raffiche di kalashnikov. Un quarto d’ora dopo, inizia l’inferno vero e proprio: il Bataclan, locale ove suonavano gli Eagles of Death Metal, viene assalito da diversi uomini armati e le persone al suo interno vengono catturate come ostaggi. Successivamente, in rue de Charonne e presso la metro Gouncort si tengono altre sparatorie. Per quanto riguarda il fronte stadio, naturalmente, tutti i tifosi sono stati invitati a spostarsi sul campo, per evitare che il grande flusso di persone convergesse verso il centro, ormai letteralmente messo a ferro fuoco: commovente il gesto dei tifosi francesi di cantare la Marsigliese. Hollande, intanto, decide che è ora di intervenire e di far entrare in azione le “teste di cuoio”. Mentre altre esplosioni hanno luogo nei pressi dello stade de France, diversi media riportano che tali terroristi hanno inneggiato alla religione coranica e alla Sharìa, urlando «Allahu Akbar».
Alle ore 23:36 viene attivato a Parigi il piano “rosso alfa”, un piano d’urgenza per soccorrere un elevato numero di cittadini, in caso di attentati multipli. A mezzanotte esatta viene dichiarato ufficialmente lo stato d’emergenza. E mentre lo stadio è fatto evacuare, non solo si verificano due attentati kamikaze nei suoi pressi, ma nel frattempo al Bataclan, gli stessi che erano entrati sparando con un fucile a pompa sulla folla, iniziano a giustiziare uno per uno gli ostaggi. Un tweet conferma lo svolgimento dello strage: «Vivo. Solo dei tagli… Una carneficina… Cadaveri ovunque». Grazie al blitz delle teste di cuoio, pian piano, sono portati in salvo diversi prigionieri: per alcuni, però, è troppo tardi. Mentre vengono dichiarate chiuse scuole, musei e uffici pubblici per la giornata del 14/11/2015, si quantifica il numero di attacchi pari a sette: alle 2:10 finisce tutto.
Le conseguenze in scala mondiale non sono state poche: il Belgio ha chiuso tutte le frontiere, American Airlines ha cancellato ogni volo diretto a Parigi, l’Italia, a detta di Angelino Alfano (Ministro degli Interni), ha innalzato il livello di sicurezza delle barriere antiterrorismo. ANSA riporta un quantitativo (non definitivo) di 128 morti, la cui maggioranza è stata trovata al Bataclan, e 192 feriti (80 in gravissime condizioni). A rivendicare il tutto è ISIS che dichiara su twitter: «Dopo Parigi, tocca a Roma, Londra e Washington» a rafforzare il messaggio jihadista è poi la rivista francese dello stato islamico Dabiq France che dice: «La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa». Su twitter esplode la guerra dei social: «Ricordate, ricordate il 14 novembre di #Parigi. Non dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l’11 settembre». Diversi estremisti escono allo scoperto riempendo il social di cinguettii decorati dall’ hashtag #ParigiBrucia; mentre i francesi, mossi da spirito di reciprocità e aiuto verso il prossimo, sfruttano i canali di comunicazione di massa mediatica per aiutare i loro concittadini in difficoltà. L’hashtag simbolo è #PorteOuverte, su invito della Prefettura di Parigi, infatti, vengono accolti in casa i parigini che non potevano rientrare nelle proprie dimore, visto lo stato d’emergenza. Per la gravità dell’evento sono intervenuti persino i militari.
Naturalmente diversi leader politici si sono espressi in merito, anche mentre accadeva il tutto. Francois Hollande, Premier francese, ha rilasciato diverse dichiarazioni, ma la più forte è anche la più breve: «Dobbiamo difenderci», afferma visibilmente scosso secondo quanto riporta Il Fatto Quotdiano. Il primo, suddetto a parte, a intervenire è stato Barack Obama, presidente degli USA: «È un attacco non solo al popolo francese, ma a tutta l’umanità e ai valori che condividiamo. Siamo vicini ai francesi nella lotta al terrorismo. Quelli che pensano di poter terrorizzare i francesi o le idee che ci accomunano sbagliano». Svetta su tutti il messaggio del Segretario dell’ONU in persona, Ban Ki Moon: «Vicino al governo e al popolo della Francia». Egli li definisce «disprezzabili attentati di Parigi» ed esprime «fiducia alle autorità francesi che faranno quanto in loro potere per portare i responsabili davanti alla giustizia». Commenta così il Premier italiano, Matteo Renzi: «L’Italia piange le vittime di Parigi e si unisce al dolore dei fratelli francesi. L’Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie». Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha detto, invece: «Desidero assicurarle signor presidente il compatto sostegno dell’Italia per debellare la piaga del terrorismo, per vincere una battaglia di civiltà contro la furia oscurantista e per difendere i valori di democrazia, libertà, tolleranza su cui tutta l’Europa, oggi lacerata da un crimine senza precedenti, è stata fondata e si è sviluppata». A strigliare l’Europa è la Russia, queste le dichiarazioni di Vladimir Putin riportate da Il Giornale: «L’intera comunità internazionale deve riunirsi negli sforzi per contrastare in modo efficace il terrorismo».
Secondo quanto riporta La Repubblica, anche Ahmed al-Tayeb, il grande Imam della moschea di Al-Azhar (rinomata istituzione dell’Islam sunnita) ha detto: «Condanniamo questo attacco efferato ed è giunto il momento per il mondo di unirsi per affrontare questo mostro». «Gli attacchi terroristici che hanno colpito la capitale francese non possono essere separati da ciò che è accaduto di recente a Beirut o con ciò che accade da cinque anni in Siria. Le politiche occidentali sbagliate nei confronti della nostra regione – e soprattutto da parte della Francia, che ha ignorato il sostegno di alcuni dei suoi alleati al terrorismo – hanno contribuito alla situazione attuale», queste sono le parole di Assad, leader siriano: complotti? terrore? La Siria lo vive ogni giorno, ma è questo il momento di attaccare?
«Imagine there’s no countries/ It isn’t hard to do/ Nothing to kill or die for/ And no religion too/ Imagine all the people/ Living life in peace/ You may say I’m a dreamer/ But I’m not the only one» cantava John Lennon. Nessuna religione? Ma si può questa chiamare religione? Uccidere in nome di Dio, nel caso specifico di Allah quando il Corano predica tutt’altro (per saperne di più al riguardo clicca QUI). Parigi è stata messa a ferro e fuoco, a meno di un anno dall’attentato di Charlie Hebdo; intanto, cresce l’odio. La massa non fa altro che aizzarsi e venire aizzata da politici sciacalli contro poveri islamici, stanchi a loro volta di tutto ciò. Ai tempi di Riina e Provenzano tutti i siciliani erano reputati mafiosi, ma è effettivamente così? No, analogamente non tutti gli islamici sono terroristi. Estremismo e follia sono gli unici pilastri che guidano questi carnefici. Il mondo si unisce sotto l’hashtag #PrayForParis. Adesso è ora di intervenire: tutti invocano l’intervento di Putin o Obama. Il 13 novembre con i parigini è morta ogni speranza di diplomazia. ISIS non si sazierà fino a quando ogni infedele non sarà debellato: è giusto continuare così? Oggi siamo tutti parigini, oggi siamo tutti sognatori che, come John Lennon, immaginano un mondo fatto di pace.
Francesco Raguni
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