Con lo scorrere degli anni è nettamente più complesso dare una precisa distinzione di quello che una volta era classificato come “maschile” o “femminile”. Il tempo passa, l’uomo si evolve e inevitabilmente, con lui, le sue idee; nel nostro secolo, è sempre più evidente, soprattutto tra i più giovani (ma non solo), la voglia di superare i pregiudizi riguardanti il mondo della moda, legat0 all’idea che ciò che si indossa non potrà mai definire ciò che si è, men che meno il proprio orientamento o identità di genere.
Michele Bravi
Lo scorso sabato, Vittorio Sgarbi, noto parlamentare e critico d’arte, era presente a un programma televisivo pomeridiano intitolato “Dedicato”, condotto da Serena Autieri. Tra gli argomenti in discussione vi era ancora il recente festival di Sanremo: il critico, commentando gli outfit e i modi di comportarsi del cantante Michele Bravi, ha fatto un’affermazione che ha creato immediatamente polemiche, definendolo “tutto femmina” e ancora “cantava rivolgendosi a una donna come se fosse un maschio. La canzone è fatta da Battisti per una donna e lui era un uomo e la declinava al maschile”.
La conduttrice, che inizialmente ha sorriso, ha cercato di mandare avanti il programma, affermando “Adesso i cantanti hanno questo modo di vestirsi in modo stravagante”.
Se da una parte questa affermazione può essere corretta, è vero anche che da sempre gli artisti hanno cercato di esprimere la propria arte superando ogni restrizione di genere. Nel passato abbiamo avuto come esempio italiano Renato Zero e, spostandosi più lontano, ricordiamo anche David Bowie: due artisti che si sono sempre vestiti in modo eccentrico in una generazione con ideali differenti rispetto a quella attuale.
Michele bravi, dopo numerose segnalazioni che ha ricevuto, ha deciso di replicare con una storia Instagram: «Non farò nomi e non vi invito ad andare a scavare. Colgo però lo spunto, visto che da ieri mi state mandando video di una trasmissione dove si accusa la mia eccessiva femminilità, per dire che sono orgoglioso di dare voce a un approccio non giudicante dell’individualità. Non smetterò mai di dire con la mia musica “siate completamente voi stessi”».
Poi Michele ha continuato incitando a superare idee passate e che non possono essere più accettate, dichiarando: «Questa non è una lotta che riguarda la comunità LGBTQI+, ma ha a che fare con la possibilità di tutti di raccontare al mondo i propri colori. È un segno di civiltà rispettare e accettare opinioni diverse dalla propria, ma è un peccato lasciare che giudizi medievali limitino la vostra creatività. Siate creativi, sempre».
Bravi, dunque, è uno di quei tanti artisti che – non solo perché appartenente alla comunità – cerca di dar voce a una creatività libera da catene di genere. Non è l’unico a lottare contro questi ideali retrogradi: per esempio, tra gli artisti che cercano di mandare messaggi positivi e rompere le barriere della moda (e non appartenenti al mondo Lgbt), spiccano Fedez, che ha lanciato anche una sua collezione di smalti e lo indossa quotidianamente, non preoccupandosi di farsi una manicure a suo piacimento; Damiano dei Måneskin che sfoggia look, trucchi vistosi e colorati insieme al resto della band; o ancora, l’ultimo vincitore della categoria canto di Amici, Sangiovanni, il quale ha anche posato con gonne in una rivista e indossa spessissimo il rosa.
Tanti sono gli esempi di artisti che decidono di aiutare a sensibilizzare sul fatto che nessuno può definire con la moda, cosa sia per uomo o donna, e men che meno la propria sessualità o identità.
E sempre più sono i giovani che cercano nel loro privato di espandere questa ideologia, combattere affinché ci si possa esprimere senza essere categorizzati in qualcosa che non si è, o, anche se fosse così, che non si abbia alcun giudizio e non si dia importanza solo al proprio modo di vestirsi o atteggiamenti, ma ci si concentri su ciò che fa e ciò che si ha da dire agli altri.
Sara Sapuppo
Fonti dati e immagini: Il fatto quotidiano e social degli artisti.
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.