Israele e Palestina non sono mai stati sotto la lente di ingradimento come sta avvenendo in questi giorni. Sicuramente ciò è dovuto al fatto che si tratti della “seconda guerra seguita dai social” dopo l’invasione russa ai danni dell’Ucraina. Inutile dire che ciò che sta avvenendo tra i due Stati, cui entrambi hanno un riconoscimento limitato, va avanti da anni, decenni, da almeno un secolo. Nonostante l’appoggio dell’Occidente a Israele per tanti motivi, tra cui la Shoah, il presidente dell’ONU Antonio Guterres ha denunciato gli insediamenti illegali da parte di Israele nei territori palestinesi. E tra questi territori c’è la Cisgiordania.
Che Hamas sia un gruppo terroristico non ci sono dubbi, che abbia commesso crimini contro l’umanità il 7 ottobre nemmeno. Da moltissimi anni, però, Israele ha commesso parecchie infrazioni, per usare un eufemismo. Infrazioni, tra l’altro, criticate anche dagli stessi cittadini, giornalisti e intellettuali israeliani. Approfittando anche del suo bisogno di difendersi a tutti i costi essendo circondato da paesi arabi che bramano la sua cancellazione.
Amira Hass, ad esempio, è una giornalista e scrittrice israeliana la quale ha criticato le manovre del governo israeliano, ma anche quelle del governo palestinese di Arafat e di Hamas, subendo critiche e minacce da ambo le parti. La giornalista, la quale scrive per il quotidiano israeliano Haaretz, ha vissuto per anni sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, descrivendo le ingiustizie delle forze dell’ordine israeliane nei confronti dei palestinesi. Una vera e propria apartheid attuata dal governo israeliano, sia in Palestina che tra i cittadini arabi israelo-palestinesi in Israele.
Ciò a cui faceva riferimento Guterres durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ONU era proprio questo. Le infrazioni nominate nel paragrafo precedente non sono altro che occupazioni illecite di territori palestinesi da parte degli israeliani. Occupazioni rese lecite grazie a leggi approvate dai governi israeliani. Il rappresentante di Israele alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha chiesto le dimissioni di Guterres. Tutto ciò è scaturito quando Guterres ha considerato l’attacco di Hamas come una conseguenza degli atti illeciti commessi da Israele. Gilad Erdan, tra l’altro, era un membro del Likud, partito centro-destra israeliano il cui leader è Benjamin Netanyahu.
Tra il ’93 ed il ’95 vennero stipulati due Accordi di Oslo tra Israele e Palestina. A capo del governo israeliano, a quel tempo, c’era Yitzhak Rabin, leader del Partito Laburista Israeliano, un partito di centro-sinistra. Dall’altra parte, in Palestina, c’era il leader dell’OLP, (Organizzazione per la Liberazione della Palestina ) Yasser Arafat. L’accordo prevedeva il diritto di autodeterminazione dei cittadini palestinesi limitato in Cisgiordania e totale nella Striscia di Gaza.
L‘ANP (Autorità Nazionale Palestinese) avrebbe avuto un ruolo istituzionale provvisorio. L’OLP, invece, come partner di Israele dei negoziati sulle questioni in sospeso. Le questioni riguardavano appunto gli insediamenti illegali di Israele fino al diritto al ritorno dei rifugiati in Palestina. Sebbene abbia avuto una valenza di accordo di pace tra i due Stati, chi ne uscì sconfitta da questo accordo fu nuovamente la Palestina. Nei primi anni Duemila, l’OLP venne accusato di corruzione con il governo israeliano e gli insediamenti israeliani illegali non vennero mai smantellati. Subito dopo il secondo Accordo di Oslo, nel’95, uno studente universitario di estrema destra uccise Rabin, colui che si incaricò di instaurare la pace con la Palestina.
Tornando ai giorni nostri, il partito di centro sinistra israeliano aveva fatto presente di una possibile ribellione dei cittadini palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Quesito ignorato da Netanyahu e dai restanti partiti di centro destra.
Il Likud, infatti, non è mai stato così a destra nella sua storia. Per riconfermarsi alle elezioni ha dovuto coalizzarsi con vari partiti di estrema destra israeliani, tra cui Otzma Yehudit di Itamar Ben Gvir. Partiti ultranazionalisti, kahanisti, sionisti religiosi e anti-arabi, e lo stesso Ben Gvir vive a Hebron, in Cisgiordania. Uno dei suoi obiettivi, ad esempio, è espellere la popolazione di etnia araba presente sul territorio israeliano, che equivale al 20%.
I governi a capo di Israele sono composti principalmente da ex militari e da alcuni esponenti dei servizi segreti israeliani. Persino il ministro dell’agricoltura è un ex militare, figura volta a servire alla sempre più espansione illegale israeliana sui territori della Cisgiordania strappandoli ai palestinesi. Una vera e propria colonizzazione denunciata dai diritti umanitari e dalle Nazioni Unite, le cui parole rimangono sorde alle orecchie di Israele.
Il partito di Netanyahu con i vari partiti di estrema destra israeliana non è mai andato completamente d’accordo. Nel 2000, infatti, era altamente critico nei confronti di questi partiti ultranazionalisti. La coalizione con questi partiti, però, è dovuta ad una serie di cose, tra cui corruzione, abuso di ufficio e frode. Quindi l’attuale premier d’Israele ha dovuto far passare una nuova riforma della giustizia (alla Berlusconi, per intenderci). «La riforma consiste in una ”clausola di annullamento” che consentirebbe alla maggioranza semplice (61 parlamentari su 120) di rigettare le decisione della Corte Suprema. Quest’ultima, infatti, è l’unica istituzione con il potere di rivedere le leggi approvate a maggioranza parlamentare. Come se le suddette modifiche non sbilanciassero l’equilibrio tra i poteri, la revisione cambierebbe radicalmente anche il processo delle nomine giudiziarie, riducendo l’indipendenza del sistema giudiziario dalle pressioni politiche».
La riforma ha generato malcontento anche tra la popolazione israeliana, incluso i riservisti, ovvero i militari in congedo. Il governo di Netanyahu avrebbe intero potere sulla Corte Suprema e di scegliere, quindi, i giudici per far passare le proprie leggi. Le proteste della popolazione erano dovute ad un possibile cambiamento di ordine dello Stato israeliano, in uno scenario dalle sfumature autocratiche.
Il già citato Ben Gvir e il leader di Shas, altro partito conservatore, Aryeh Deri, da sempre “odiano” la Corte Suprema israeliana. Un odio nato dalle precedenti condanne dei due leader dei loro partiti. Difatti gli attriti sono ridiventati aspri con i palestinesi della Cisgiordania proprio perché Netayahu ha dato l’ordine di costruire nuovi insediamenti israeliani. Ordine che serviva alla sua coalizione per prendere voti e quindi allo stesso tempo anche al suo partito per poter essere rieletto.
Con la rielezione di Netanyahu e dei suoi seguaci ultranazionalisti, le violenze in Cisgiordania nei confronti della popolazione palestinese sono aumentate. Non solo i militari risultano essere molesti con la popolazione palestinese, ma anche le persone comuni. Nel tentativo di imitarli, infatti, gruppi di coloni israeliani effettuano dei veri e propri agguati nella case dei palestinesi, sparando a vista sulla popolazione. Motivo per cui gli scontri tra israeliani e palestinesi sono aumentati in Cisgiordania.
Una violenza giustificata dal governo israeliano, il quale invita sempre più israeliani a costruire insediamenti illegali in Cisgiordania. La popolazione palestinese in Cisgiordania conta quasi tre milioni e mezzo di abitanti e conta di aumentare nei prossimi anni. I palestinesi, infatti, sono un popolo molto attaccato al desiderio di creare una famiglia numerosa. Questi atti di tirannia e dominio da parte di Israele spingono sempre più palestinesi ad andarsene. E chi non lo fa viene costretto con la forza.
E questo è uno dei motivi per cui Hamas ha attaccato il nord di Israele dalla Striscia di Gaza il 7 ottobre. Tutte le attenzioni di Israele erano rivolte alla Cisgiordania, lasciando vulnerabile la zona in cui si è tenuto il rave party nel deserto del Negev. Un attacco che è costato la vita a tantissimi giovani innocenti che con ogni probabilità con questo conflitto non c’entravano nulla.
Foto: The Times of Israel
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.