Il disegno di legge originario della Buona Scuola aveva fatto insorgere sindacati, opposizione e soprattutto insegnanti da tutto lo Stivale. Così, il Presidente Renzi, insieme al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, si è visto costretto a rallentare la sua corsa verso l’approvazione della riforma della scuola: il governo si era dichiarato aperto al dialogo nei confronti degli insegnanti che si lamentavano dello strapotere dei presidi e della non risoluzione del problema precariato. Secondo l’esecutivo, il risultato del “compromesso” sarebbe stato raggiunto con il maxi emendamento che nella giornata di martedì 23 è stato confezionato dai relatori Francesca Puglisi e Franco Conte.
L’emendamento prevede che dal 1 settembre siano assunti 100.000 precari tra i vincitori del concorso a posti svoltosi nel 2012 e tra coloro che rientrano nelle graduatorie ad esaurimento. Qualora la proposta di legge fosse approvata, entro poche settimane circa 50.000 insegnanti dovranno tenersi pronti a fare le valigie e trasferirsi in un’altra provincia: difatti, solamente alcuni avranno il diritto di prendere posto nella provincia precendentemente scelta. Il resto della riforma slitta all’anno scolastico 2016/2017 e, in particolare, prevederà: la previsione secondo cui gli insegnanti saranno ingaggiati dai presidi-sindaci; la trasformazione del ruolo dei docenti in ruoli regionali e la mobilità tra gli albi e non tra le scuole; un piano di mobilità straordinario per permettere a chi lavora lontano da casa di scegliere una nuova provincia. Va tenuto conto anche del fatto che la Corte di Giustizia UE (con la sentenza del 26 novembre 2014) ha condannato l’Italia per l’abuso di precariato e la sentenza della Corte Costituzionale al riguardo, prevista per martedì 23, è stata posticipata a data da destinarsi. Per tali precari di “seconda fascia” sarà bandito un concorso attraverso cui coloro che hanno prestato almeno 180 giorni di servizio potranno avere un punteggio aggiuntivo.
Dal venturo anno scolastico sarà prevista, quindi, la valorizzazione del personale insegnante meritevole, cui sono destinati 100 milioni, e il giudizio sugli insegnanti, il quale dipenderà da un comitato di cui faranno parte il “preside-sceriffo”, due insegnanti, un genitore, uno studente (per le scuole superiori) e un rappresentante esterno. Non eliminati gli emendamenti secondo cui i genitori che decideranno di iscrivere il proprio figlio ad istituti paritari otterranno delle detrazioni fiscali e gli emendamenti che contemplano la possibilità di effettuare donazioni agli istituti scolastici. Le minoranze PD riescono ad ottenere anche l’istituzione di un fondo perequativo in cui confluiranno donazioni da privati e associazioni per le scuole che ottengono minori liberalità.
Ieri la commissione competente ha presentato al Senato gli emendamenti e, nella giornata odierna, è prevista la votazione della questione di fiducia sulla Buona Scuola, che viene considerata ormai scontata. Le opposizioni, però, si sono dichiarate scontenti del testo del maxi emendamento e affermano che non ritireranno le quasi mille modifiche che sono state presentate.
Viviana Giuffrida
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