E’ passato più di un anno dallo scoppio della terribile pandemia dovuta al Coronavirus e tutto il mondo è alle prese con questo nemico invisibile ma pericoloso, che ha provocato morte e dolore, per non parlare della situazione economica disastrosa, che tutti i paesi si trovano a fronteggiare. L’ Italia è stata, sin dall’ inizio, uno dei paesi più colpiti sia durante la prima ondata dello scorso anno, sia adesso, visto che la situazione epidemiologica, pur avendo avuto degli sviluppi in positivo, resta comunque critica. Sono iniziate le campagne vaccinali in tutto il mondo, ma ancora non è possibile stabilire quando questa tragedia avrà fine. La nostra vita e le nostre abitudini sono cambiate, le relazioni interpersonali sono diminuite perché adulti e giovani, a causa delle restrizioni pandemiche, lavorano e studiano da casa. In particolare gli studenti sono entrati di forza nell’era della DAD, a causa della necessità di evitare contagi tra alunni e personale scolastico. Solo in Italia circa 8 milioni di studenti vivono la loro quotidianità scolastica in un modo del tutto nuovo, alternando lezioni in presenza e lezioni a casa online.
È vero, il sistema ben strutturato della DAD ha permesso lo scorso anno e sta permettendo tutt’oggi, di far sì che gli studenti continuino la loro carriera scolastica nella maniera più normale possibile anche se, a causa della situazione di isolamento a cui spesso sono sottoposti, non mancano critiche alle possibili conseguenze psicologiche a cui stanno andando incontro giovani di tutte le età. Infatti, stare a scuola con i compagni rappresenta da sempre un momento particolarmente felice nella vita di ognuno di noi, un momento di crescita personale per bambini e adolescenti. Mancano per esempio le pause in cortile e i conseguenti momenti ricreativi, e persino gite, visite guidate o assemblee d’istituto, momenti formativi per qualsiasi ragazzo oltre che piacevoli da trascorrere in compagnia.
Mancando ciò, con la didattica a distanza, i ragazzi si sentono sempre più soli, e alla lunga questa situazione può portare soggetti più fragili e non, a vivere un vero e proprio disagio psicologico. Spesso risulta veramente complicato instaurare persino una relazione proficua tra docenti e studenti, sia a causa di problemi informatici di comunicazione, sia per la mancanza di un vero e proprio confronto diretto, un faccia a faccia costruttivo che ha spesso determinato la carriera scolastica di un allievo.
Altro problema non indifferente è l’abuso di strumenti tecnologici, come computer e tablet, ore ed ore passate davanti uno schermo che spesso portano i ragazzi a terminare la giornata con dolori alla testa e occhi sempre più affaticati e stanchi. Per questi motivi e non solo, il dibattito fra chi è a favore della DAD e chi no, è ovviamente acceso e con discussioni tra le due posizioni, ma certamente più veritiero è il parere degli studenti che partecipano alle attività online.
Anche qui ci sono favorevoli e contrari, ma un punto su cui tutti concordano è la mancanza del contatto personale con compagni, insegnanti e colleghi, una situazione di rapporti veri e sinceri che un pc non può ricreare. A questo proposito, abbiamo incontrato Giuseppe A., un liceale 17enne di Catania, al quale abbiamo chiesto il suo pensiero sulla didattica a distanza. Ecco quello che ci ha detto:” io mi sto trovando bene con la DAD, alla fine non è così terribile, anche se a volte ci sono problemi tecnologici, sia da parte mia che da parte degli insegnanti; penso ci siano più pro che contro, per esempio io mi sveglio la mattina un po’ più tardi, rilassato, ed inoltre non ho tanta ansia per le interrogazioni e le verifiche perché siamo online e ci possiamo dare una mano; tra i contro sicuramente mi manca la socializzazione, non posso vedere i miei amici, non posso interagire con loro. Un altro contro è che i prof ci sovraccaricano di compiti, pensando che siamo a casa senza fare niente, ma la cosa in assoluto che mi manca di più rispetto alla scuola di prima è che una volta eravamo tutti insieme, adesso mi manca la socializzazione, mi manca interagire non solo con i miei buoni amici e i compagni, mi manca interagire con tutti”.
Marco Vasta
Fonte foto: Radio Alfa via Flickr
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