L’autismo è un disturbo identificato per la prima volta dallo psichiatra Leo Kanner, per questo è conosciuto anche come Sindrome di Kanner. In una ricerca del 1943 egli descrisse una serie di caratteristiche comuni ad una decina di bambini: questi erano quasi totalmente disinteressati al mondo e alle persone che li circondavano, non giocavano con i coetanei né rispondevano quando venivano chiamati con il proprio nome, oltre ad avere strane manie. A più di sessant’anni di distanza dal suddetto studio ci sono ancora molti dubbi riguardo alla classificazione del disturbo, in particolar modo sulle cause. Inoltre, data l’alta variabilità individuale, si è giunti alla conclusione che non esista un trattamento valido per tutti allo stesso modo e che sia raro ottenere la scomparsa totale dei sintomi.
Il 7 luglio scorso, con 296 voti a favore e 6 contrari, la Camera ha dato il via libera alle Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie. Di fatto, per aiutare le persone colpite e le loro famiglie, il testo approvato si basa su tre punti principali: aggiornamento triennale delle Linee di indirizzo per prevenzione e cura, inserimento dell’autismo nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per garantire un trattamento uniforme in tutte le regioni e maggior impegno nella promozione della ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche riabilitativo e sociale. Tutto ciò senza alcun fondo economico aggiunto a causa dell’attuale situazione economica e motivo di numerose contestazioni: sono in molti a sostenere che la legge appena approvata sia solamente «poco più di una dichiarazione di intenti» destinata a non produrre alcun risultato senza un adeguato appoggio finanziario. Senza di esso, infatti, è impossibile attuare le misure che avrebbero potuto essere davvero utili, ad esempio l’integrazione scolastica e la formazione degli insegnanti.
Come riporta la Fondazione Oltre il Labirinto Onlus, in Italia oltre 400mila persone soffrono di disturbi dello spettro acustico, circa un bambino su 150 presenta questo disturbo e l’incidenza della malattia sembra essere in aumento. Perciò – come sostiene il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo – «nei confronti di questo disturbo il ministero della Salute ha avuto, e continuerà ad avere, una forte attenzione» e la legge renderà un servizio importante e costituirà un punto di riferimento rilevante per le politiche regionali in tale ambito. «Questo Testo vuole dare una spinta al cambiamento culturale per cui si guarda alla persona e non solo al disturbo, alla qualità della vita e non solo alla malattia» asserisce Maria Amato, membro del Partito Democratico laureata in Medicina e Chirurgia.
La proposta di legge è già stata approvata dal Senato e parzialmente modificata dal passaggio in Commissione Affari Sociali di Montecitorio, per questo si attende il suo ritorno a palazzo Madama per il via libera definitivo.
Linda Pedonese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.