Mancano ormai pochissimi giorni al 23 giugno, data di svolgimento del referendum per una possibile uscita dall’Unione Europea dell’Inghilterra. Gli Inglesi chiamati a votare avranno due possibili opzioni: “leave” o “remain“, ergo, lasciamo o rimaniamo nella UE. I sondaggi danno come favorita la posizione del “remain” (sebbene con uno stringato 51%), portata avanti dal governo e in particolare dal Primo ministro David Cameron, che negli ultimi giorni ha utilizzato gran parte dei canali mediatici britannici per dire la sua sul referendum e sulle possibili conseguenze della Brexit.
«La Brexit creerà un buco nero tra i 20 ei 40 miliardi di sterline nelle nostre finanze e così i nostri ministri dovranno rivedere la riforma delle pensioni», annuncia il premier Cameron, che menziona esplicitamente i servizi per le pensioni e la sanità pubblica: temi molto cari, a cui nessun cittadino britannico vorrebbe rinunciare. Il leader del governo inglese, intervenuto ad un talk show della BBC, ha lanciato in maniera chiara ed evidente l’allarme di una possibile austerity che renderebbe impossibile ottenere i fondi per il finanziamento di progetti inerenti il welfare state. Questi ultimi giorni di campagna per il referendum saranno quindi decisivi per stabilire le sorti di un intero Paese. Tutto questo è infatti chiaro a Cameron, che ha iniziato da diversi giorni un tour de force per intervenire come ospite nei maggiori canali di informazione inglesi, quali BBC e Sunday Telegraph, al fine di dissuadere i numerosi cittadini che ad oggi voterebbero pro-Brexit. «Se voterete “Remain”– dichiara il premier in un’intervista rilasciata al quotidiano conservatore Sunday Telegraph– avrete un paese stabile e certezza per la vostra vita. Vi assicuro che se restassimo nell’Ue il nostro paese avrà le risorse finanziarie per mantenere i benefit ai pensionati. Possiamo proiettarci verso la creazione di più lavori, più case e più opportunità per i vostri bambini e i vostri nipoti». In conclusione, non resta altro che affidarsi al voto dei cittadini, che tra qualche giorno saranno chiamati a compiere una scelta che potrebbe influenzare le sorti non solo del Regno Unito, ma di tutta l’Europa.
Francesco Laneri
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