La guerra civile scoppiata nel 2015, e ancora in corso, è la causa principale della pesante situazione in cui versa lo Yemen, ma non l’unica. Ad essa si sono affiancate calamità naturali, emergenze sanitarie e un collasso economico che hanno precipitato il paese nel baratro.
La guerra civile dello Yemen è un conflitto recente, ma che affonda le cause nella breve e travagliata storia di questo stato.
Lo Yemen odierno è nato solo nel 1990 dall’unione tra la Repubblica Araba dello Yemen e la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen nell’area meridionale, guidata da un regime marxista.
Tra il 2011-2012 forti manifestazioni popolari chiesero a gran voce un nuovo governo in grado di migliorare la situazione economica e sociale del paese. A guidare le proteste erano gli Houthi, un gruppo proveniente dal Nord del paese di confessione sciita zaydita, una setta molto particolare dello sciismo di cui fa parte circa il 35% della popolazione musulmana yemenita.
La “Primavera araba” dello Yemen riuscì a ottenere le dimissioni del presidente Saleh, a cui subentrò Abed Rabbo Mansour Hadi. Hadi non riuscì però a placare i conflitti e a risanare i problemi del paese. Gli Houthi decisero così di portare a compimento le loro rivendicazioni con un’offensiva militare che li portò a conquistare la capitale Sana’a nel 2014.
La guerra civile vede contrapposte, da una parte, le forze pro-governative fedeli ad Hadi, in controllo di Aden e di una parte meridionale del paese, e dall’altra gli Houthi, che governano l’area nord-occidentale. A complicare lo scenario del conflitto yemenita s’inserisce una forte presenza di Al Qaieda in alcune aree del Sud.
Nonostante la posizione strategica e la presenza di giacimenti di petrolio, lo Yemen rimane profondamente povero.
Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite prevede che il paese potrebbe divenire il più povero al mondo. La guerra civile ha fatto collassare un sistema già fragile, stremato ancor più da un blocco navale ai porti yemeniti imposto dall’Arabia Saudita, che impedisce il transito delle merci.
La crisi sanitaria
La guerra ha peggiorato le condizioni sanitarie dello Yemen, moltissimi ospedali non sono più operativi perché colpiti da bombardamenti. Tutti i servizi di base sono al collasso : “Soltanto la metà degli ospedali funziona normalmente, un terzo delle scuole sono chiuse – spiega Marco Rotunno, operatore umanitario di UNHCR in Yemen – Più della metà della popolazione non ha acqua a sufficienza per i bisogni essenziali. Anche acquistare i medicinali o il sapone per prevenire il COVID-19 e altre malattie infettive, quali colera e malaria, diventa proibitivo”. Il risultato è che ogni 10 minuti almeno un bambino muore a causa di malattie prevenibili.
Lo Yemen ha una popolazione di circa 28,5 milioni di abitanti, di cui 24 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria, secondo i dati UNICEF. Tra i più giovani i numeri si fanno ancora più devastanti: 12,4 milioni di bambini necessitano di assistenza e in alcune zone del Paese circa un 1 bambino su 4 soffre di malnutrizione acuta.
La FAO, l’UNICEF, il PAM (Programma Alimentare Mondiale) e l’OMS hanno lanciato l’allarme : “Si prevede che nel 2021 quasi 2,3 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta nello Yemen […] 400.000 di questi bambini presenteranno una forma grave di malnutrizione acuta che, se non trattata con urgenza, potrà causarne la morte.”
Anni di guerra, difficoltà di accesso agli aiuti umanitari, le recenti inondazioni e l’invasione di locuste che hanno distrutto i pochi raccolti rimasti, hanno portato lo Yemen sull’orlo di una delle peggiori carestie degli ultimi 100 anni. Il WFP (World Food Program) stima che 16 milioni di yemeniti rischiano di soffrire la fame e che almeno 5 milioni saranno in grave sofferenza se non si interviene a breve.
Teresa Maimone
Fonte foto: Wikipedia.org
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