La tecnologia è presente in tutti i campi della vita, soprattutto grazie agli smartphone che sono sempre a portata di mano, rendendo più semplice e veloce la comunicazione e permettendo di essere sempre aggiornati su ciò che accade nel mondo. Ormai si è giunti a un livello in cui sono poche le innovazioni che fanno scalpore, ma ce n’è una in un tempio buddista appena fuori Pechino che ha fatto molto parlare, attirando migliaia di curiosi visitatori: il suo nome è Xian’er ed è un monaco-robot.
Nato nel 2011 da un disegno del maestro Xian Fan, fece la sua prima apparizione in libri e fumetti che ebbero molto successo in Cina. Da qui l’idea di renderlo “reale” con lo scopo di diffondere in modo più moderno gli insegnamenti buddisti e attrarre nuovi praticanti. Xian’er, infatti, si trova nel tempio di Longquan e quasi ogni giorno risponde alle domande postegli dai presenti. Infatti, il Buddha-bot, come alcuni lo chiamano, non è sempre disponibile, poiché ha bisogno anche di ricaricare le proprie batterie. Alto 60cm, rasato e con una tunica gialla – esattamente come i monaci che lo circondano – tiene tra le mani un tablet attraverso cui può rispondere a 20 diversi quesiti sul credo e sul suo stile di vita; inoltre può effettuare fino a 7 tipi diversi di movimenti, cantare e parlare.
Nonostante gli esperti di intelligenza artificiale che lavorano al progetto stiano cercando di renderlo ancora più intelligente e saggio, Xian’er offre già notevoli performance: a un visitatore che gli ha domandato chi fossero i suoi genitori, ha replicato «Ridicolo, come fanno i robot ad avere genitori?» e a un altro che gli si è rivolto spiegandogli di non sentirsi felice, ha saggiamente ribattuto «Se non sei felice, che cosa mai ci possono fare gli altri?». Il robot già famoso in tutto il mondo, ha anche “rilasciato” un’intervista al New York Times via chat e alla domanda «Potrebbe esserci un’altra rivoluzione culturale in Cina?» sottopostagli dal giornalista, ha risposto «Aspetta, devo chiederlo al mio maestro». Nessuno avrebbe mai pensato che una cosa del genere potesse essere possibile e oltre a essere un grande passo avanti per la religione, Xian’er è anche la prova reale che scienza e fede non solo possono lavorare insieme, ma perfino completarsi.
Martina Sacco
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