Come per tutti i virus che hanno colpito il mondo nei secoli, sta divenendo impossibile contenere la paura che, a poco a poco, sta diffondendosi in città e paesi anche di piccola entità. E sebbene si pensi che, oggi, sia più semplice arginare un eventuale focolaio al fine di non farlo trasformare in qualcosa di più pericoloso, sembrerebbe non essere il caso del Coronavirus. Alcuni pensavano, o perlomeno speravano, che non sarebbe mai arrivato in Italia – nazione che, comunque, ha assunto misure cautelari sin da subito, riuscendo a circoscrivere i pochi casi presentatisi le scorse settimane –, ma il Coronavirus ha fatto il suo ingresso “trionfale” circa una settimana fa, e a pagarne le conseguenze sono, al momento, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio. Soprattutto in Lombardia, infatti, il numero di persone contagiate cresce di ora in ora, costringendo grandi centri urbani come Milano ad annullare le manifestazioni del tipico Carnevale Meneghino, imponendo alla popolazione di restare il più possibile in casa.
La paura c’è, esiste ed è difficile controllarla, specialmente perché a essere sulla stessa barca è tutto il mondo, non solo gli “sfortunati del caso”. Tuttavia – come riporta RaiNews –, secondo l’ultima ricerca effettuata dal Chinese Centre for Disease Control and Prevention – e pubblicata sul Chinese Journal of Epidemiology – vi è un certo quadro clinico di riferimento secondo il quale, una persona, potrebbe ammalarsi con più facilità. La percentuale di deceduti in Cina annovera un’età superiore agli 80 anni, e possidente, di già, patologie come ipertensione, diabete, insufficienza respiratoria grave, problematiche cardiovascolari. Secondo il presidente della Società italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg), Raffaele Antonelli Incalzi, il pericolo è più sviluppato poiché il sistema immunitario di una persona avanti con l’età non è più così forte – non a caso, la probabilità che persone tra i 10 e i 39 anni si ammalino si aggira intorno allo 0,2%, percentuale che, invece, sale al 14% dagli 80 anni in poi.
Tosse secca (con, in alcuni casi, catarro), spossatezza muscolare e febbre sono tra i sintomi comuni alla famigerata influenza – e che ogni anno, da non dimenticare, uccide parecchie persone –, gli stessi i quali, purtroppo, non si manifestano subito come appartenenti al Coronavirus, ma con il passare dei giorni. Infatti, è stato appurato che il Covid-19, se preso, può risiedere in un essere umano anche fino a un mese prima di venir fuori. Ciò nonostante, i medici consigliano caldamente di mantenere la calma, dal momento che la situazione è sotto controllo, e che creare allarmismi significherebbe solo agitarsi senza un precipuo motivo. Capire i sintomi e non esporsi al freddo (particolare che potrebbe accrescere il pericolo di diffusione dell’agente patogeno) sono le raccomandazioni, oltre a quelle già emanate precedentemente, ma in primo luogo bisogna stare tranquilli senza lasciarsi prendere dal panico. Non sappiamo quando passerà l’emergenza, ma conosciamo la medicina italiana, e questo dona, e deve donare, grande speranza per il futuro prossimo.
Anastasia Gambera
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