Il nuovo anno non è iniziato proprio nel migliore dei modi. Fra il rischio di una terza guerra mondiale e lo sviluppo di un nuovo ceppo virale, il 2020 si manifesta piuttosto negativo già a partire da gennaio. Ma riguardo a quest’affezione, che dalla Cina sta seminando il panico nel mondo, cosa si sa esattamente? Il Coronavirus, così chiamato perché appartenente ai virus mai, prima d’ora, scoperti dall’uomo, è una malattia che va da un semplice raffreddore a patologie ben più gravi, come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS), considerate mortali. Come riporta ANSA, i sintomi non si differenziano molto dall’influenza: tosse, febbre e difficoltà respiratorie. Tuttavia, se se ne evidenziano anche di particolari come polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, e insufficienza renale, il contagio è sicuramente avvenuto, e in un caso come questo, potrebbe non esserci molto da fare.
Purtroppo non esiste ancora un vaccino immunizzante – essendo un agente patogeno nuovo –, ma le aziende farmaceutiche stanno facendo il possibile – sebbene, prima di tre-quattro mesi non se ne riusciranno ad avere. Non esiste neanche una terapia vera e propria, se non d’urto che possa mettere al sicuro il paziente infettato. I sintomi, di volta in volta dichiarati, possono indicarne, comunque, una da adoperare immediatamente. Il contagio può avvenire non solo da animale a uomo, ma anche fra uomo e uomo. Per evitarlo, si consiglia caldamente di non tossire senza portare la mano alla bocca, o meglio, flettendo il gomito al fine di proteggere gli altri dagli eventuali batteri emessi. Lavarsi continuamente le mani ben bene con sapone o alcol denaturato, evitare carne cruda o poco cotta, bevande non imbottigliate, o il contatto ravvicinato con chiunque presenti sintomi su citati, sono consigli, almeno per il momento, da portare sempre con sé.
L’Italia si attesta fra le meno esposte a un’eventuale epidemia, poiché le terapie di contenimento sono state subite messe in atto una volta emanato il bollettino di pericolosità del morbo. Tuttavia, chi ritorna dalla Cina ha l’obbligo di sottoporsi a dei controlli di routine. Secondo le statistiche, i viaggi verso le zone maggiormente colpite – compiuti per lavoro o per svago – sarebbero molto più frequenti di quanto si creda. I cittadini, invece, non abitanti in Italia e in arrivo dallo stato cinese, devono contattare l’ambasciata di riferimento e il consolato per procedere con i dovuti accertamenti. Coloro impegnati nelle ispezioni in aeroporto hanno un’alta percentuale di contagio, e – in relazione a Libero Quotidiano – secondo l’Oms, le stesse mascherine (letteralmente andate a ruba nelle ultime settimane) non sarebbero un rimedio di chissà quale entità. Non aderendo perfettamente al viso, lasciano spazi svestiti e soggetti alla trasmissione, che può avvenire non solo per mezzo di naso e bocca, ma anche degli occhi, reputati nuovo veicolo di infettazione.
Tutti i voli verso Wuhan sono stati cancellati, ma su qualsivoglia allarmismo si volesse ulteriori informazioni – soprattutto se di ritorno dalla Cina –, la popolazione ha il diritto di contattare il numero del Ministero della Salute, 1500, e chiederne l’intervento. È piuttosto normale che, adesso, anche un semplice colpo di tosse possa sembrare il Coronavirus o chissà cos’altro, ma il metodo migliore per non farsi prendere dal panico è mantenere la calma, soprattutto se consapevoli di: aver attuato le norme igienico-sanitarie raccomandate, di non essersi mai recati nei luoghi colpiti, o di non aver mai avuto particolare contatto con persone ammalatesi. Si può anche visitare il sito dedicato – implementato sempre dal Ministero della Salute -, www.salute.gov.it/nuovocoronavirus, e tenersi aggiornati costantemente sul Coronavirus. Insomma, dati i fatti, il mondo riuscirà anche stavolta a uscire indenne dall’ennesima avversità?
Anastasia Gambera
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