Il problema dell’inquinamento è una delle piaghe che, purtroppo, attanagliano quotidianamente il pianeta. I vari governi si stanno mobilitando per attivare campagne di sensibilizzazione nei confronti di bagnanti, troppo spesso screanzati, i quali gettano soprattutto in acqua montagne di rifiuti non biodegradabili poi. Proprio il Parlamento europeo, qualche giorno fa, ha approvato una legge che, dal 2021, vieterà categoricamente l’utilizzo di articoli in plastica monouso come bicchieri, piatti, posate, cannucce e tanto altro. Difatti, proprio la plastica è uno di quegli elementi che finisce maggiormente per strada, in spiaggia o in mare; specialmente in Italia, in cui oltre l’80% degli scarti appartiene a questo tipo di materiale.
Come riporta impact.startupitalia.eu, a detrimento della plastica si stanno attivando anche parecchie startup con l’obiettivo, attraverso i propri ritrovati, di sviluppare marchingegni in grado di trasformare la plastica in tutt’altri prodotti. Proprio come Felfil, che ha pensato bene di creare un dispositivo in grado di riciclare tutta la plastica che, usualmente, viene gettata o consumata per realizzare bobine di filamenti per stampanti 3D. e con quest’ultime, produrre perfino dei ricambi per elettrodomestici rotti. La cosa bella della vita è che, a dispetto di chi si interessa ben poco alla salvaguardia del pianeta, le soluzioni esistono per tutto, e grazie a chi sa distinguersi, si hanno risultati eclatanti che hanno impatti più che positivi sull’ambiente. Perché, quindi, non cominciare a distinguersi?
Anastasia Gambera
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