Che le varie catastrofi naturali dovute al forte inquinamento, allo spurgo di materiali dannosi nelle acque eccetera, stiano provocando progressivi mutamenti globali, è ormai risaputo. Tuttavia, un’altra minaccia incombe seriamente sul pianeta Terra, la quale, comunque, risulta essere ancora solo un’ipotesi, ma se si verificasse provocherebbe cambiamenti geologici, climatici e quant’altro abbastanza distruttivi. Trattasi, nello specifico, del rallentamento del moto terrestre: sembrerebbe, infatti, che la Terra stia gradualmente rallentando e, si presume, che fra milioni di anni potrebbe anche fermarsi definitivamente. E non si tratterebbe nemmeno della solita fake news, ma proprio di una notizia fondata su autorevoli ricerche scientifiche.
Witold Fraczek, ricercatore presso la ESRI, una software house qualificata in sistemi informatici idonei alla geografia, ha simulato, in laboratorio, un rallentamento sempre maggiore del moto di rotazione terrestre fino a provocarne il completo arresto. In questo modo, avrebbe rilevato alcune dinamiche che si realizzerebbero se la Terra si fermasse completamente.
Il livello dei mari è dato dal rapporto tra la forza gravitazionale della Terra, che li attira verso il centro, e la forza centrifuga impressa dall’orbita del pianeta attorno a sé stesso: proprio questo equilibrio conferisce alla Terra la sua forma schiacciata, con concentrazioni acquifere attorno all’equatore. Tuttavia, se questa stabilità venisse a mancare, la forza gravitazionale sarebbe libera di governare le acque e gli oceani, i quali migrerebbero verso i poli alla ricerca di una nuova “dimora” facendo, ovviamente, emergere nuove aree asciutte in precedenza sommerse.
Se gli oceani si spostassero davvero, molte zone verrebbero sommerse, superfici come le sconfinate pianure del Canada e della Siberia, l’area a nord di Napoli e così via. Nascerebbe, quindi, un maxi continente che andrebbe a separare due nuovi e giganteschi oceani: l’oceano boreale a nord e quello australe a sud. Cambierebbe anche la durata delle singole giornate, poiché rimanendo in auge solo il moto di rivoluzione, ogni giorno durerebbe esattamente quanto un anno solare.
Secondo gli scienziati, 400 milioni di anni fa la Terra compiva ben 40 rotazioni in più e ogni anno, quindi, possedeva 40 giorni in aggiunta ai 365 canonici. A rallentarne il moto, a quanto pare, starebbe contribuendo lo sfregamento tra gli oceani e i litorali causato dall’andamento delle maree. Non ci sono molte soluzioni a tale problema, ma secondo gli studiosi l’aver aumentato di una frazione di secondo la normale durata di un giorno qualsiasi, rallenterebbe ciò suddetto. In ogni caso, è da constatare che questa crescente diminuzione di velocità del pianeta non sta facendo altro che renderlo sempre più sferico.
Per quanti sforzi, a volte, l’uomo possa fare, ci sono circostanze in cui non possiede le soluzioni adatte per ovviare a determinate sciagure annunciate. Tuttavia, avendo nelle proprie mani, invece, il potere di attenuare notevolmente l’inquinamento e tutto quello che sta distruggendo, man mano, la Terra, sarebbe opportuno cominciare dalle fondamenta. Bisogna correre ai ripari, ma serve un progetto che non provochi più catastrofi ambientali e relativi disastri umani.
Anastasia Gambera
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