Internet è un posto magico: tutto ciò che ci interessa è accessibile con un semplice click, forse fin troppo liberamente… Questa eccessiva libertà inizia a destare la preoccupazione dei governi nazionali. Tra questi il Regno Unito, che ha intenzione di rendere la pornografia inaccessibile agli utenti più giovani.
In occasione del Safer Internet Day, il Regno Unito ha manifestato la sua intenzione di estendere l’Online Safety Bill, includendo una nota relativa alla pornografia online. L’obiettivo è chiaro: impedire agli under-18 di accedere ai siti pornografici, i quali saranno legalmente obbligati a richiedere un documento ufficiale di riconoscimento ai loro utenti. La gestione delle sanzioni è in mano all’OFCOM, che punirà eventuali trasgressioni con multe fino al 10% del fatturato globale o addirittura con l’oscuramento del sito web in tutto il territorio nazionale.
L’annuncio ha immediatamente sollevato un dibattito sulla questione privacy. Si sa, quello che succede online non resta online. Tutto ciò che facciamo sulla rete lascia una traccia e sono sempre più numerose le vittime di estorsione e minacce da parte di hacker. Come verificare l’identità degli utenti senza compromettere la loro privacy? Su questo il governo Johnson sta ancora lavorando, ma assicura che farà in modo di garantire la verifica dell’età nel massimo rispetto dei diritti dell’utente. Per il momento, le opzioni più gettonate sono le carte di credito e i passaporti.
A portare a questa decisione è la crescente preoccupazione dei genitori riguardo alla miriade di contenuti online a cui i propri figli sono esposti. «L’accesso alla pornografia online è troppo semplice per i ragazzi. I genitori meritano maggiore tranquillità, devono sapere che i loro figli sono protetti da contenuti non adatti alla loro età» – dichiara il conservatore Chris Philp.
Basta un click per avere a portata di mano tutto ciò che si desidera e questo gli adolescenti lo sanno benissimo: un recente studio di City University mostra come il 51% dei ragazzini tra gli 11 e i 13 anni di età abbiano già visto video porno online, di cui il 47% tramite i classici siti pornografici. Ciò che preoccupa maggiormente è la qualità di tali contenuti, che spesso sfociano nella violenza e nella brutalità. In un’età così delicata, essere esposti a contenuti del genere rischia di generare una visione malsana della sessualità, contribuendo all’adozione (o l’accettazione passiva) di atteggiamenti violenti e degradanti nei confronti del proprio partner.
Secondo un sondaggio riportato nel sito web del governo inglese l’80% della popolazione adulta appoggia questa proposta e ritiene che sia un buon metodo per tutelare i giovani. Tuttavia, la questione lascia aperto qualche dubbio. La norma sarà applicata solo ai classici siti porno: cosa ne sarà di tutte le altre piattaforme che vengono sfruttate per scopi analoghi? Andiamo da semplici app di messaggistica come Telegram fino al Dark Web, dove la regolamentazione è pari a zero. Il rischio è che restrizioni del genere, piuttosto che frenare la curiosità degli adolescenti, li spingano verso canali ancora più pericolosi.
Il vero male da combattere non è la curiosità dei ragazzi, ma il fatto che cerchino di soddisfarla sui siti porno. I giovani sanno ancora troppo poco del sesso, che nel 2022 continua a essere trattato come un taboo, un mistero da scoprire lontano dagli occhi degli adulti. Perché non investire sull’educazione sessuale o lavorare sulla qualità della pornografia piuttosto che demonizzarla?
Alice Maria Reale
Fonte foto: Flickr
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.