Green Pass: dal primo settembre è obbligatorio l’uso della Certificazione Verde per usufruire dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Giorni fa, il fronte contrario alla misura aveva indetto una protesta nazionale in occasione dell’entrata in vigore della prescrizione, con la minaccia di occupare le maggiori stazioni ferroviarie nazionali, al fine di impedire l’accesso ai treni agli utenti.
Era stata indetta l’ennesima manifestazione nazionale, che stavolta aveva come obiettivo bloccare il transito dei convogli presso le principali stazioni ferroviarie italiane. Ciò a fronte della previsione dell’obbligo di esibire il Green Pass sui mezzi ferroviari a lunga percorrenza, sugli aerei, sulle navi e sugli autobus, entrato in vigore il giorno stesso. Il tutto era stato organizzato giorni prima, attraverso un canale Telegram, e previsto per le 14.30 del 1° settembre.
Se quanto prospettato avesse avuto luogo, appare evidente che milioni di persone non avrebbero potuto fruire del trasporto pubblico per colpa di alcuni facinorosi; fortunatamente, lo Stato ha deciso in questa occasione di non dare cittadinanza all’illegittima situazione. Infatti, per garantire il diritto dei cittadini-utenti alla fruizione dei treni sono state schierate preventivamente delle pattuglie delle forze dell’ordine nelle stazioni indicate dai manifestanti. La ministra Lamorgese aveva espressamente parlato di tolleranza zero su proteste illegali: «Non verranno tollerati minacce e inviti a commettere reati utilizzando il web», sottolineando che «non saranno ammesse illegalità in occasione delle iniziative di protesta nei pressi delle stazioni ferroviarie pubblicizzate sulla rete». La nota positiva è che le forze dell’ordine, fortunatamente, non siano dovute intervenire, perché all’orario indicato (salvo alcuni manifestanti solitari) non è stata inscenata alcuna protesta: un totale flop della scellerata iniziativa.
Al di là del fallimento della manifestazione, viene da chiedersi a che punto siano arrivati i noVax, al punto di pensare di poter impedire agli altri cittadini di spostarsi legittimamente in treno, in nome di un supposto proprio diritto alla libertà. Ciò che pare trasparire è il travisamento del significato di “libertà”, la presenza di poche idee confuse e un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti della collettività. Tanto da poter pensare a uno sconclusionato “diritto all’ignoranza”, cui certo non deve essere data tutela.
Per concludere, di cruciale rilevanza sarà il contegno che da ora in avanti verrà adottato dallo Stato nei confronti di queste pseudo-manifestazioni, che più volte in precedenza si sono potute bagnare nel fiume del laissez faire. Forse, l’assunzione da parte delle istituzioni di una posizione chiara stavolta potrà servire anche a disincentivare il perpetrarsi di queste iniziative, auspicando che non si torni a tollerare pericolosi assembramenti senza mascherine – nelle piazze o altrove – in virtù di un bizzarro, quanto privo di fondamento, diritto all’autodeterminazione.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.