Primo trofeo stagionale per la Juventus, che si aggiudica la Supercoppa italiana ai danni del Milan in quel di Gedda, battendo i rossoneri per 1-0 grazie alla rete del solito Cristiano Ronaldo. Per i bianconeri si tratta di un tabù sfatato: in medio oriente le due precedenti gare disputate, rispettivamente contro il Napoli nel 2014 e proprio contro il Milan due anni più tardi, a Doha, hanno sancito delle cocenti sconfitte per Allegri & co. L’Arabia Saudita porta bene ai bianconeri, che diventano la squadra più vincente nella storia della manifestazione, con otto titoli in bacheca (uno in più del Milan), e si impongono in terra straniera per la quarta volta, dopo i successi di Tripoli nel 2002 (2-1 al Parma), Pechino nel 2012 (4-2 al Napoli) e Shanghai nel 2015 (2-0 alla Lazio).
Mattatore della serata è, appunto, il sopracitato Cristiano Ronaldo, che segna il gol della vittoria con un gran colpo di testa poco dopo l’ora di gioco sugli sviluppi di un preciso assist di Miralem Pjanić, non nuovo a passaggi del genere. Per CR7 si tratta del primo trofeo vinto con la maglia della Juventus alla prima vera occasione, il ventottesimo in carriera tra Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Nazionale portoghese. La prima finale col cinque volte Pallone d’oro in campo, dunque, sorride alla Juve, che si augura che si tratti soltanto dell’inizio in questo senso, dato che gli uomini di Allegri possono ancora sperare di centrare il prestigioso Triplete.
Il Milan, che deve fare a meno dello squalificato Suso e rinuncia al grande ex di turno Gonzalo Higuaín, già sul piede di partenza dopo appena sei mesi sulla sponda rossonera del Naviglio, schiera titolare il neoacquisto Paquetá e punta su Castillejo e Çalhanoğlu in supporto dell’unica punta Cutrone. I rossoneri provano a rendersi pericolosi nel primo tempo e vanno spesso e volentieri vicino al gol proprio con il turco ex Bayer Leverkusen, capace sì di impensierire Szczęsny, ma non di essere abbastanza incisivo per trovare la via del gol.
La Juventus, dal canto suo, non sta a guardare: la squadra di Allegri risponde con i tentativi di Douglas Costa, Cancelo e Ronaldo, che sfiorano a più riprese il gol, e riesce anche a sbloccare la gara a poco più di dieci minuti dall’intervallo. Matuidi, però, è in posizione di fuorigioco e la rete del centrocampista francese viene annullata. In avvio di ripresa, da segnalare la traversa colpita da Cutrone con una gran girata di sinistro, che preoccupa i campioni d’Italia in carica e sembra dare motivazioni in più al Milan nel secondo tempo.
I bianconeri poco più tardi protestano per una mancata assegnazione di un rigore in seguito a un tocco di mani di Zapata sugli sviluppi di un cross di Ronaldo in area di rigore, ma il direttore di gara non lo ritiene rilevante e lascia proseguire. Poco male per loro, perché Cristiano Ronaldo si mette in proprio e decide di accendersi. Dopo un primo tempo di alti e bassi, il fuoriclasse portoghese prima impegna Donnarumma con un destro potente ma centrale che il giovane portiere del Milan devia in calcio d’angolo, quindi sblocca l’incontro di testa, segnando il suo quindicesimo gol stagionale con la maglia dei bianconeri e mettendo la firma sul successo della Vecchia Signora.
A tagliare definitivamente le gambe al Milan, già ampiamente col morale sotto i tacchi dopo lo svantaggio, è l’espulsione di Kessié per un intervento durissimo ai danni di Emre Can, con il VAR che condanna l’ex centrocampista dell’Atalanta. Non si fa attendere l’ingresso in campo di Gonzalo Higuaín (così come quello di Borini), gettato nella mischia a venti minuti dal termine da Gattuso per provare a dare una scossa ai suoi. Il Pipita, però, non riesce ad avere l’impatto che ci si aspetta da un giocatore del suo calibro e appare a dir poco nervoso. Nel finale poi non mancano le proteste per un mancato rigore assegnato ai danni di Conti: anche qui Banti non consulta il VAR e lascia proseguire. Juventus che dunque sale a quota otto vittorie per la supercoppa, mentre il Milan e Higuain masticano amaro. l’argentino è ormai praticamente con le valigie in mano (destinazione Chelsea di Sarri?), i suoi ex compagni festeggiano l’ennesimo trofeo, il primo di un 2019 che parte nel migliore dei modi per i sette volte campioni d’Italia in carica.
Dennis Izzo
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