L‘arrivo di Martín Cáceres, già annunciato la scorsa estate, ha aggiunto un rinforzo importante al già più che rodato gruppo a disposizione di Simone Inzaghi, non soltanto in fase difensiva. L’innesto del duttile esterno uruguaiano, infatti, rende ancor più solida la rosa della Lazio, che potrà fare affidamento su un giocatore in grado di ricoprire egregiamente più ruoli (terzino destro, difensore centrale, esterno di centrocampo). Dopo un’ottima prima parte di stagione trascorsa con la maglia del Verona, con cui ha messo a segno tre reti in quattordici apparizioni ed è risultato uno dei migliori per rendimento tra le fila della squadra gialloblu.
E, mentre in quel di Verona la sua partenza si farà inevitabilmente sentire (difficile, se non impossibile, sostituire un giocatore del genere, soprattutto se si considera che gli scaligeri siano in piena corsa salvezza), sulla sponda biancoceleste del Tevere non vedono l’ora di vedere all’opera il nuovo acquisto, giunto nel contesto appropriato per dare continuità agli ottimi sei mesi disputati alla corte di Fabio Pecchia e pronto a dimostrare di poter dare tanto ad una squadra attualmente quarta in classifica a sole due lunghezze dal terzo posto ed impegnata anche in Europa League (sedicesimi di finale con lo Steaua, gara d’andata a Bucarest il 15 febbraio e match di ritorno a Roma esattamente sette giorni più tardi). 31 anni da compiere il prossimo 7 aprile, El Pelado si aggrega alla Lazio in tempo per disputare il secondo ed ultimo derby stagionale con la Roma (in programma il prossimo 15 aprile), gara che non vede l’ora di disputare, lui che spesso e volentieri in carriera è stato decisivo nei match più importanti: lo sanno bene i tifosi della Juventus, con cui ha raccolto 110 presenze e siglato 7 reti, vincendo cinque Scudetti, tre Supercoppe italiane e due Coppe Italia.
Oltre a ciò, Cáceres ha avuto modo di ritagliarsi uno spazio importante nel primo Barcellona di Pep Guardiola, dando un contributo nella conquista del prestigioso Triplete (campionato, coppa nazionale e Champions League), si è messo in mostra in un anno e mezzo con la maglia del Siviglia ed è uno dei perni imprescindibili della Nazionale uruguaiana, con cui ha preso parte ai Mondiali nel 2010 in Sudafrica e nel 2014 in Brasile e alla Confederations Cup nel 2013, sempre in Brasile, vincendo inoltre la Copa América nel 2011 in Argentina, con tanto di rigore decisivo messo a segno nei quarti di finale vinti dagli undici metri contro i padroni di casa. Insomma, anche e soprattutto per ciò che concerne la sua esperienza internazionale e la capacità di dare sempre un apporto notevole nei momenti decisivi, Cáceres sembra essere, almeno sulla carta, l’acquisto giusto al momento giusto per la Lazio. Ora tocca a lui e a Simone Inzaghi, esperto nel far aumentare il valore dei calciatori, dimostrare di aver fatto la scelta adatta.
Il classe ’87 va a completare un reparto difensivo di spessore, in cui figurano numerosi calciatori duttili come l’uruguaiano: da capitan Lulić a Lukaku, passando per Basta, Patric e Marušić (da segnalare, inoltre, Radu e Luiz Felipe, capaci di giocare sia al centro della difesa che sulle corsie esterne), Inzaghi ha tanti esterni difensivi a disposizione che sono in grado di giocare con risultati più che positivi anche sulle fasce di centrocampo, offrendo dunque importanti varianti tattiche al tecnico piacentino. L’arrivo di Cáceres, dunque, compatta maggiormente una squadra che spesso e volentieri cambia volto, pur senza perdere la propria efficacia. Continuità è la parola chiave con cui i capitolini stanno dando un senso importante al loro percorso di crescita, che nel corso degli anni li ha portati ai vertici del campionato nostrano ed in grado di dire la loro anche sul palcoscenico europeo. È ancora troppo presto per stabilire se l’ingresso in scena di Cáceres potrà permettere alla Lazio di compiere un notevole salto di qualità, ma di certo il difensore uruguaiano, sia per caratteristiche tecniche che per la sua enorme personalità, non ci metterà molto ad adattarsi all’ennesima sfida della sua intrigante carriera.
Mentre i tifosi biancocelesti si preparano ad accogliere il nuovo arrivato, però, potrebbe essere giunto il momento dei saluti per uno che con la maglia della Lazio ha già lasciato il segno: si tratta di Federico Marchetti, ormai da mesi relegato ai margini della squadra biancoceleste dopo l’esplosione del giovane e talentuoso estremo difensore albanese Thomas Strakosha. Già utilizzato frequentemente e con risultati più che positivi lo scorso anno, a causa principalmente dei numerosi infortuni occorsi al ben più esperto collega di reparto, il classe ’95 quest’anno è stato promosso a numero uno indiscusso da Inzaghi e il classe ’83 di Bassano del Grappa ne ha fatto le spese, finendo addirittura fuori rosa. L’ennesima beffa per lui, che già ai tempi del Cagliari si era ritrovato fuori dai piani societari dopo aver rappresentato per due anni una certezza a difesa dei pali rossoblu. A quasi 35 anni (li compirà il prossimo 7 febbraio) e col contratto in scadenza il prossimo 30 giugno, l’avventura di Marchetti alla Lazio può dirsi ormai conclusa, anche se la sensazione che le parti si sarebbero divise era ormai nell’aria da tempo.
Dopo circa cinque anni in cui ha ricoperto il ruolo di numero uno della squadra capitolina, dunque, Marchetti si prepara a fare le valigie: nonostante sia lontano dai campi dal 5 febbraio 2017, quasi un anno fa, giorno in cui la Lazio passò in scioltezza con un tennistico 6-2 sul campo del Pescara. In quel match riuscì anche nell’impresa di parare un calcio di rigore a Caprari, uno dei tanti momenti positivi della sua carriera (tra questi spicca anche l’ingresso nel giro della Nazionale, con cui si ritrovò a fare il titolare nei nefasti Mondiali di Sudafrica 2010 in seguito al forfait di Buffon a metà della prima gara del girone col Paraguay), cui purtroppo sono stati spesso affiancate situazioni decisamente negative, che lo hanno frenato proprio sul più bello. Eppure, si sa, non tutti i mali vengono per nuocere: Marchetti ormai non ha più l’appeal che si era guadagnato negli anni trascorsi al Cagliari e nelle prime stagioni con la maglia della Lazio, ma resta uno dei portieri più affidabili presenti in massima serie, pienamente in grado di dare un contributo significativo a squadre di media-alta fascia, anche se non necessariamente da titolare indiscusso.
In vista della prossima sessione di mercato, l’estremo difensore veneto potrebbe rappresentare un’importante occasione a parametro zero per Juventus e Milan, due squadre in cui Marchetti potrebbe ritagliarsi uno spazio importante: i bianconeri si apprestano a salutare il loro numero uno Gigi Buffon, colonna portante della Vecchia Signora dal 2001 ad oggi, e presumibilmente promuoveranno Szczęsny a titolare, mentre i rossoneri potrebbero puntare ancora sul giovane Gigio Donnarumma, qualora riuscissero a vincere la concorrenza dei numerosi top club europei interessati al talentuoso estremo difensore classe ’99. In entrambi i casi, dunque, Marchetti svolgerebbe il ruolo di dodicesimo e verrebbe chiamato in causa nelle coppe o nelle gare di campionato in cui poter adottare il turnover, con la certezza di affidarsi ad uno che ne ha fatta di esperienza nella realtà calcistica nostrana. Per un Marchetti che va, c’è un Cáceres che viene (l’uruguaiano, tra l’altro, ha scelto come numero di maglia il 22, utilizzato fino a pochi giorni fa proprio dall’ex portiere titolare dei biancocelesti): storie tanto diverse quanto simili, che vedono come unico filo conduttore l’ambizione della Lazio di competere per traguardi sempre più importanti e di guardare con fiducia e speranza al futuro.
Dennis Izzo
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